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L’appuntamento

Son “solo” du’ settimane che siamo stati informati della tua esistenza, poco più di dieci giorni che siamo ufficialmente in ballo … ma lasciamelo dire però, Samu, #unnepossopiù

Gl’è tutto un fare finta che siamo calmi e tranquilli. All’inizio ci credevo anche, bada bene, sull’onda dell’emozione iniziale era tutto, al solito, più color pastello. Era tutto un #noiveterani – #stavoltasiparteprima – #concalmaeperbene …

Secondo i miei conti all’inizio, praticamente, si doveva già essere lì, facevo l’accondiscendente con chi mi diceva altro, ma dentro pensavo #tuvvedrai.

 Maremma diavola invece, anche stamani era tutto un chiedere, da parte della gente : #maquandoparti?

#eqquandoparto…  #eqquandolosotelodiho!

Dice … #maqquandolosai?

AAAAARRRGGHHHH!!!

In buona sostanza, ancora non sappiamo quando partiremo e non sapremo quando lo sapremo anche perché se sapessimo quando lo sapremo saremmo in grado si sapere quando partiremo, almeno in linea teorica.

In sintesi : “se lo sapremmo, partiremmo”.

Speriamo di avere presto questa benedetta data di appuntamento al ministero, perché ora si incomincia a sclerare.

W #lappuntamento!!

… e allora aspettiamo …

Salve a tutti,

credo che si mi chiedessero quale sinonimo ha la parola adozione risponderei ASPETTA, nel senso proprio di attesa.

Qui si passa da un’attesa ad un’altra e adesso, con la foto di Samuel in mano e MaPi che di continuo mi chiede quando faremo la valigia, questa parola ha preso un sapore ancora diverso.

Non è il senso di indefinito che ha quando non sai quando ti chiameranno; non è nemmeno quel sottile senso di angoscia che avevo quando ci avevano abbinato Maria Pilar ed aspettavamo di partire; adesso l’attesa è proprio un senso di sospensione tra qui e Arequipa per cui mi muovo qui, faccio la spesa qui, pulisco casa qui, lavoro qui, ma intanto con la testa sono … ma non lo so neanche io dove sono!

Però ancora non ci hanno detto quando potremo partire, e allora … ASPETTIAMO!

Preparativi

Ciao a tutti e bentornati 🙂
Siamo in procinto di partire per questa nuova meravigliosa avventura che sarà : diventare i genitori di Samuél.
In questi giorni che ci separano dalla partenza per il Perù potreste sospettare che stiano fervendo i preparativi. Valigie su valigie, documenti, corse per i passaporti …

In realtà è calma piatta.

Dopo un primo momento di speranza ed emozione, ci siamo un attimo rilassati.
Sarà che il “secondo giro” ormai sa di veterano, o forse che abbiamo imparato ad aspettare, però questi giorni che ci separano dalla partenza non sono così concitati come me li figuravo.

Abbiamo accettato l’onore di essere i suoi genitori mercoledì 9, lo abbiamo visto in foto (non siate frettolosi, tra un po’ lo vedrete anche voi, è un minore, non è che si possono sparare le foto così su internet), ne abbiamo conosciuto la storia, abbiamo saputo come sta (benissimo) e dove abita (questo si, posso farvelo vedere)

Preparativi
Hogar

 

E’ in un orfanotrofio di Arequipa, un migliaio di chilometri a sud est di Lima, dove andremo non appena ce ne daranno la possibilità.
Attualmente si stanno muovendo alcune cose su più fronti : un nostro regalo, comprato su commissione, sta “viaggiando” verso di lui con un “biglietto” con su scritto ‘mamà, papà y Mapi’; a Lima la nostra referente Alejandra sta passando i documenti tra il ministero e l’orfanotrofio e viceversa; la nostra associazione sta dando il via ad un’altra serie di documenti che serviranno al nostro rientro in Italia … e noi?

E noi inganniamo l’attesa.

Cerchiamo pezzi del nuovo arredamento della cameretta, scegliamo le case dove soggiorneremo, studiamo piani di viaggio … insomma pazientiamo il più proficuamente possibile.
Nello stesso tempo meditiamo se è proprio vero che non c’è spazio per qualche scappatella … che so, magari a Machu Picchu …