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Turismo ad Arequipa – Parte seconda

Consapevoli del fatto che sarebbe stata una bella prova per tutti, compreso il nuovo membro della nostra famiglia, abbiamo comunque deciso di fare un po’ di turismo impegnativo : visitare la valle ed il canyon del Colca.

Questa meraviglia della natura si trova a circa 300 chilometri da Arequipa, una distanza tutto sommato abbordabile, se non fosse che in questa distanza, i dislivelli di altitudine sono notevoli : si parte dai 2.300 di Arequipa, per salire ai 4.910 del Patapampa, per poi tornare ai 3.600 di Chivay ed infine, stazionare più o meno intorno ai 4.000 durante la visita al canyon, cercando di avvistare i condor.

Il tour minimo accettabile con dei bambini è quello di due giorni e comunque, il secondo giorno, per vedere i condor che planano alla mattina, è necessario alzarsi alle 5.

Il viaggio è un’affascinante traversata di un deserto montano, con un panorama frastagliato dalla cordigliera delle Ande. La strada è una sola, un serpente che si snoda per le valli e i valichi. Ogni tanto ci sono dei punti di ristoro, tipo rifugio, nei quali è possibile comprare i soliti souvenir peruviani e bere infusi rigeneranti, come quello di foglie di coca.

E’ incredibile come la sensazione di bruciore del sole sulla pelle svanisca e venga sostituita dal freddo pungente, nel momento in cui ci poniamo all’ombra.

A Chivay abbiamo alloggiato in un hotel senza alcuna pretesa, la camera era minuscola e il bagno era un francobollo, ma per una notte (tra l’altro di poche ore di sonno) era più che sufficiente, inoltre la “pro loco” ci ha intrattenuto durante la cena con canti e balli tipici che sono stati particolarmente graditi anche da Samuèl.

Il Colca è immenso, in una così stretta area si concretizzano numeri e dimensioni di difficile concezione per noi. Abituati al nostro Pratomagno, essere a 4.000, guardare in basso a 2.000 e vedere davanti una vetta di più di 6.000, con queste verticali scoscese … lascia senza parole.

Come il silenzio con cui il condor ti passa letteralmente accanto. Un soffio. Un leggero movimento della coda ed eccolo planare verso di te, per poi tornare a girare lungo la valle, in cerca di cibo. Non sbatte quasi mai le ali, conosce le correnti e le sfrutta.

La straordinaria varietà di piante che cresce a queste altitudini è pari solo alla straordinaria fauna che la popola, ci sono uccelli, insetti, lama, alpaca … dove da noi ci sarebbe solo neve e sasso, qui c’è la vita.

Il viaggio di ritorno è stato breve, ma tornare nel deserto, sentirne ancora il silenzio e vederne gli immensi spazi è stato ancora più emozionante perché stavolta non eravamo sconosciuti, stavolta non mi sono fatto prendere dallo spavento né sono rimasto sgomento della sua vastità. Stavolta ci ho parlato. E gli ho detto che ci sarei tornato.

P.S. Ai nostri carissimi amici che oggi si sposano, a Bea e Tono. Trovate il tempo per fare un bellissimo viaggio di nozze, trovate il tempo per venire in Perù. Intanto vi facciamo i nostri più calorosi auguri di una lunga vita insieme felice e serena. Vi vogliamo bene.
Evviva gli sposi!

Turismo ad Arequipa – Parte prima

Oggi turistos fai da te … nonostante le due usciate prese sia al parco Grau che nella cattedrale (causa benedizione dei bomberos), abbiamo deciso di tornare a visitare le bellezze della città di Arequipa.

Dopo aver riempito lo zaino di effetti di prima, seconda e terza necessità (mangiare, bere, cambiarsi), tutto in duplice copia ovviamente, siamo partiti alla volta del centro storico della città.

Da Plaza des Armas, la piazza principale della città, ci siamo diretti verso la chiesa della Compagnia di Gesù, situata in un angolo della suggestiva piazza costruita con le pietre bianche del Sillar, cave alle pendici del vulcano El Misti.

Seconda destinazione, il monastero di Santa Catalina da Siena, in assoluto l’attrazione più imponente di Arequipa. Una città nella città. 20 mila metri quadri di viali, abitazioni, struttre, chiostri e chiese che hanno ospitato fino a 500 abitanti, fra laici e consacrate, negli ultimi 5 secoli.
Oggi il monastero ospita 30 monache ed è relegato ad una piccola sezione. Il resto del monastero è di proprietà dello stato ed è un museo a cielo aperto.

Per accontentare anche i ragazzi (almeno così si pensava) abbiamo anche visitato una fabbrica un po’ particolare : la Mundo Alpaca che presenta tutto il processo di lavorazione della lana di Alpaca e di Lama partendo dagli animali vivi … che non hanno ricevuto il gradimento di Samuél, troppo sospettoso per avvicinarsi a loro a meno di 3 metri.

Visto che la nostra permanenza qui si protrarrà fino a fine mese si prevedono altre puntate di Turismo ad Arequipa  😎