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Casa

Dopo un viaggio estenuante e qualche giorno di sbornia per riprendersi dalla stanchezza e dal cambio di fuso orario, adesso siamo in grado di chiudere questo blog.

Il viaggio è finito, adesso si tratta di ritornare alla normalità, che ovviamente non può più essere quella di prima, ci saranno un nuovo equilibrio e nuove abitudini.

Samuel adesso vive dei momenti di estasi quando si rende conto di tutte le attenzioni che riceve da chiunque incontri, ma anche qualche momento di smarrimento, il clima, la differenza di luce, i tempi dei pasti e del dormire sono tutte cose che ancora lo disorientano un po’ e lui si preoccupa di farcelo capire bene con gesti di stizza e pianti disperati (i quali però durano il tempo di un allarme peruviano e finita la sequenza di suoni si interrompe bruscamente, come se niente fosse!).

In tutto questo “ributolio” abbiamo deciso la data del battesimo: 11 gennaio 2015, festa del battesimo di Gesù (esageriamo!).

L’ultimo pensiero lo vogliamo dedicare a tutti coloro che almeno una volta nella vita hanno pensato: “vorrei adottare, ma….”. Vorremmo consigliare loro di gettare via senza indugio qualunque “ma” gli sia venuto in mente, il percorso a volte è difficile, sicuramente è lungo, ma tutto quello che è passato si dimentica in un attimo guardando gli occhi del bambino che diventa tuo figlio; mi sembra quasi un paradosso ma la Parola che mi viene in mente, pensando ai giorni trascorsi ad Arequipa e poi a Lima, è quella di san Paolo che dice che la donna dimentica tutti i dolori del parto dopo che il figlio è nato, vi possiamo garantire che è così!!! (E vale anche per i dolori del padre). Quanto tempo tempo abbiamo aspettato?! Praticamente niente! Quanto abbiamo sofferto in questo percorso?! Per nulla! Ci sono stati problemi?! Nessuno!

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Questo è il messaggio che vorremmo passare, sperando di contagiare altre coppie. Di convincere qualcuno a dare spazio ad un figlio che venga da lontano. Noi possiamo offrire qualche suggerimento, una buona dose di esperienza, numeri di telefono, indirizzi, orari di apertura degli uffici, preghiera di accompagnamento, sostegno nei momenti di bisogno, amicizia… e figli con cui giocare!

Per chi ha voglia di rivivere il nostro primo viaggio, qui può trovare il blog di MaPi.
Sotto invece, tutto quello che ci è accaduto nel secondo, per Samuèl, dall’inizio, alla fine.

Buona lettura e, visto che oggi è il 24 dicembre 2014, buon Natale di Gesù.

Samuèl a casa

Partenza

Oggi abbiamo avuto il passaporto vistato di Samuèl Fiani Debolini, con il permesso di ingresso permanente in Italia, siamo andati subito in AirEuropa e abbiamo cambiato il volo; domani mattina alle 11:15 voliamo via da Lima per atterrare a Roma giovedì mattina alle 9:30.

In questo momento mi sento profondamente stordita, non mi aspettavo di riuscire a partire prima di quello che avevamo fissato, sto girando per casa cercando di incastrare tutto nelle valigie, con Maria Pilar felice che facciamo un giorno di pausa dai compiti, Samuèl che sente il nervosismo del momento e si agita un po’, Filippo che fa le ultime commissioni prima di partire.

Mi sembra di non essere riuscita a fare un sacco di cose, non ho avuto tempo di fare una passeggiata all’olivares, non sono riuscita ad andare da Wong in ovalo Gutierrez a salutare il pianista, non ho fatto un numero sufficiente di colazioni da Starbucks con quei litri di caffè e i dolcetti superindustriali, non sono riuscita a mangiare da KFC (per la gioia di mio marito!), sono stata troppo presa dai compiti che in quanto a tempo me ne hanno risucchiato davvero tanto e tutto il rimanente l’ho occupato a spupazzarmi il pargolo che aveva tutto il diritto di giocare con babbo, mamma e sorella senza tanti altri impegni nel mezzo.

In realtà, ovviamente, se ci penso bene, siamo stati benissimo; ci siamo potuti concedere diversi momenti di svago “turistico” e il tempo ai giardini e giochi vari è stato fondamentale per i neo-fratelli, per conoscersi e “misurarsi” a vicenda.

Adesso non ci resta che salutare questa città e il suo oceano, il suo clima così strano con questo cielo sempre coperto e la garua che passa sopra i grattacieli, l’umidità che bagna i vestiti anche se sono dentro l’armadio, il rumore assordante delle strade, le bancarelle alle quali ci siamo tanto affezionati e i taxi con i quali abbiamo fatto esperienze mitiche.

Il pensiero va a quando potremo tornare, con i figli grandi, per raccontare loro della Terra dove sono nati e della quale portano dentro dei segni indelebili … e a quando, finalmente, mio marito potrà andare a Machu Picchu senza che sua moglie gli rovini i piani!!!

Adesso un po’ di ringraziamenti: a Filippo, Maria Pilar, Jo, Chiara, Silvia e Maria Alejandra, babbi e mamme, nonna, amici, GRAZIE!

Partenza

Conosciamo meglio il protagonista

Visto che pare che presto avrete a che fare con il protagonista di questa bella storia, cerchiamo di presentarvelo un po’ meglio, eccovi qualche dettaglio sul soggetto  che abbiamo la grazia di chiamare nostro figlio.

 – prima di tutto il ragazzo è un pochino sotto la sua altezza forma, diciamo che mancano circa 5/6cm all’altezza ideale per l’età, in compenso il peso c’è tutto, ma questo avete avuto modo di apprezzarlo con le foto del mare (altri dicono semplicemente che è di gambe corte);

-usa ancora il pannolone per problemi legati all’arrivo improvviso di mamma e babbo (certa gente non ha neanche la buona educazione di fare una telefonata prima!), in realtà lo aveva smesso, ma questa serie di novità lo hanno scombussolato un po’, in realtà stiamo recuperando, oggi per esempio ha chiesto di andare in bagno per la cacca ed è rimasto  molto soddisfatto di quanto ha lasciato nel water;

– non ama che gli si dica di NO, normalmente reagisce urlando, e visto che ha capito che ci irrita quando urla, adesso lo fa mettendoci il suo massimo impegno, specialmente se questo interrompe uno dei suoi giochi preferiti;

– ama la musica, cantare e ballare, lo fa appena sente un motivetto, anche se è seduto nel passeggino o sdraiato sul letto, muove la testa, tiene il tempo con il piede, gli piacciono tantissimo le filastrocche e tutto quello che assomigli ad una cantilena, quindi vai con le canzoncine dello zecchino, le bans dei campeggi e tutto quello che vi venga in mente, in questo momento nella hit parade ci sono: la galina turuleca, la vaca lechera, cavallino arrì arrò e staccia buratta, senza di quelli non si va a letto;

– di tutti i giochi dei giardintetti preferisce l’altalena (meglio se azzurra), non scenderebbe mai, riesce a creare la fila dei bambini dopo di lui;

– il suo colore preferito è l’azzurro, vuole tutto azzurro: la maglina, i pantaloni, la macchinina, la cannuccia;

– molto spesso fa lo sbruffone, ma poi ha paura di un sacco di cose, specialmente degli animali, l’unico con cui aveva fato amicizia era Mister, il cane di Arequipa, dell’acqua poi non ne parliamo nemmeno;

– gli piace mangiare riso, carne, pasta, dolci, frutta, formaggio, uova, latte … insomma, per adesso una cosa alla quale abbia detto no grazie, non l’abbiamo trovata, è innamorato della chicha morada, quindi organizzatevi;

– il ragazzo non è particolarmente atletico, se trova da sedersi non aspetta neanche un momento, se lo si fa camminare più di 10 passi comincia subito a lamentare dolori agli arti, ginocchia e piedi sono subito affetti da chissà quale strana patologia invalidante, nona caso abbiamo comprato un passeggino;

– ha ancora difficoltà a capire ciò che è suo, ciò che è di un altro, ciò che è di tutti, per esempio questo concetto che la mamma è mia ma è anche di MaPi è un po’ difficile da digerire, ma anche il fatto che le scarpe siano “sue” in certi momenti gli sembra strano, e allora comincia a ripetere le stesse cose ad oltranza, questo è mio, questo è tuo, questo è di Maria Pilar, questo è di babbo… fino allo sfinimento;

-non vuole mai andare a dormire, né il pomeriggio, né la sera, quando si rende conto che è l’ora di avvicinarsi al letto va nel panico, comincia a piangere, e chiede di non andare a letto, allora ci vuole un po’ di pazienza, una dose doppia di carezze, qualche parolina dolce e si mette tranquillo, di lì e dormire passano sì e no 2 nanosecondi!

– è fondamentalmente un giocherellone, come ce lo ha presentato la prima volta la psicologa, ti riempie di faccine, espressioni buffe, versacci, tutto per attirare la tua attenzione e strapparti un sorriso, anche quando magari lo vorresti brontolare e non ti riesce perché ti scappa da ridere… insomma, è una vera faccia di bronzo!

Una notte al ChocoMuseo

Spulciando tra le varie cose suggerite da Tripadvisor abbiamo scoperto che a tre passi da casa nostra c’è il ChocoMuseo!!! Sarebbe un bar, neanche tanto grande, che però ti permette di fare un piccolo viaggio nel mondo della cioccolata, raccontandone la storia, la cultura, il modo di coltivarla e di lavorarla.

ChocoMuseo - la via del cioccolato
ChocoMuseo – la via del cioccolato

I gentilissimi e simpatici ragazzi che ci lavorano ti accolgono con una tazza di the fatto con le bucce delle bacche tostate, introducendoti a partire dai sensi del gusto e dell’olfatto, al percorso che trasforma le bacche della pianta del cacao in quei buonissimi bocconcini aromatizzati alle cose più strane, dalla cannella al ginger.

Inoltre è possibile, ad una modica cifra, fare una divertentissima esperienza che è quella di crearsi da soli i cioccolatini, chiaramente partendo dalla cioccolata fusa già pronta. Però bisogna ammettere che ci abbiamo preso gusto e ci siamo divertiti … prima, durante e … dopo  😀

 

 

Perù e religione

Quando più di sei anni fa, abbiamo scelto il Perù come nostro paese adottivo in realtà non fu propriamente una scelta. Successe che l’associazione I Cinque Pani ci indicò questo paese come il “migliore” per il nostro profilo adottivo e per noi fu facile fidarsi di loro.

Non ci fu nessun tipo di valutazione o di analisi, volte a selezionare o scartare luoghi che potessero essere più o meno affini al nostro stile di vita (anche perché vi posso garantire che in Perù non si vive come in Italia).

E’ però piacevolmente vero che la spiccata sensibilità religiosa di questo paese ci piace.

Non vi imbrogliate, non è un paese di pecoroni o di bigotti, ma è un paese che riesce a mantenere in piedi un sistema statale laico pur ammettendo di essere nato, cresciuto e di evolversi grazie ad una cultura che si incentra sulla religione cattolica.

E’ un paese che pur muovendosi in una direzione di garanzia e tolleranza per tutti i tipi di pensiero, non solo non rinuncia alle proprie radici, ma ne fa un vanto e le rappresenta in ogni occasione, accanto alle radici dei popoli che vivevano qui prima dell’arrivo degli spagnoli.

E’ infatti possibile trovare rappresentazioni storiche Wari o Inca a fianco di processioni mariane oppure ascoltare preghiere cristiane in lingua quechua senza che nessuno senta il bisogno di denunciare l’altro di intolleranza o di ledere i diritti di nessuno.

Lo stato ha promulgato leggi sul divorzio e sull’aborto (anche se sono molto meno di manica larga rispetto alle nostre), si compone di ministri (di altre religioni) che hanno facoltà di esprimersi liberamente e di dirsi a favore dell’adozione a coppie omosessuali (anche se attualmente la legge non lo prevede) permettendo reazioni da parte del clero senza che lo stesso sia messo alla gogna, additato di oscurantismo, come avviene in Europa.

Ognuno ha la possibilità di dire la sua mentre un governo fa le leggi che ritiene di fare. Non entro nel merito della politica Peruviana, veniamo da due settimane di campagna elettorale Arequipeña e vi giuro che ne abbiamo abbastanza di tutti quei faccioni appesi ovunque.
Però vi posso dire che il Perù è tutto, tranne che un paese asservito al clero : come ho già detto vi sono leggi che vanno contro ad ogni dettame della Chiesa, divorzio, aborto, fecondazione assistita, regolamentazione della prostituzione.
Eppure, nonostante lo si possa iniziare a definire progressista come è progressista la vecchia Europa, c’è un attaccamento alla cultura cristiana (in particolare a quella cattolica) che stupisce.

Questa cultura la si vede in tanti piccoli gesti di attenzione ai più deboli. Qui davvero le donne incinte e le persone con handicap saltano le file. Qui, nonostante che il peruviano alla guida di un mezzo motorizzato si senta il padrone assoluto di ogni precedenza, non è raro veder fermare il traffico se accenni ad attraversare con il passeggino. Qui è difficile sentirsi dire che siamo bravi, piuttosto, quando raccontiamo dell’adozione, ci sentiamo dire que Dios los bendiga, nonostante nessuno abbia idea di quale religione noi siamo. 

Mi viene da sorridere pensando a quanta rabbia scaturirebbe da una frase del genere, detta in uno dei nostri tollerantissimi paesi europei, ad un sostenitore dell’anticlericalismo a tutti i costi. Me le immagino già le reazioni di alcuni : – “A me, il tuo dio, non mi benedice! Capito?!? Perché io mi sono debenedicizzato! Scresimato e Sbattezzato! Chiaro?!?!

Oppure ad un teo-dietrologo sostenitore della cultura del sospetto : – “Cosa vorresti dire? Eh?!? Che senza la benedizione di santa romana chiesa  io non ho diritto a stare bene con me stesso e con le persone che amo? Eh!?! E’ l’amore la base di tutto! Dovresti saperlo, è il tuo Cristo che l’ha detto! Dimmi dov’è che ha istituito le benedizioni!?!

Vi potrei continuare a presentare le manifestazioni con cui questo paese esplicita il proprio attaccamento alla religione, come parlandovi del fatto che in ogni luogo pubblico e/o statale ci siano immagini sacre, altari alla Madonna o crocifissi a grandezza naturale, ma preferisco lasciarvi con il racconto di una cosa che mi ha fatto sorridere e pensare a questo articolo.

All’ambasciata italiana, quando siamo andati a chiedere il visto di ingresso, oltre ad essere stati chiamati a saltare la fila perché abbiamo due bambini, l’italico operatore allo sportello ha esordito così : “Ah tornate in Italia con Samuél … Samuél come il profeta … “.
Noi abbiamo fatto un sorriso di circostanza, perché non si sa mai, in certe situazioni la nostra esperienza ci dice che è meglio non esporsi subito.
Subito dopo aver concluso le pratiche, lo abbiamo visto sparire dietro la scrivania e riemergere con un rosario e un’immagine della Madonna, come regalo per Maria perché durante l’attesa era stata brava.

Inutile dire che sul momento ne siamo stato semplicemente felici salvo poi rifletterci un attimo : chi glielo ha detto che siamo cattolici? (un rosario con santino non lo accetterebbe nessun’altro …); chi gli ha detto che di fronte non aveva un paio refrattari? Nessuno. Eppure il gesto lo ha fatto, e lo ha fatto con naturalezza spontanea. Chissà in Italia  quanto durerebbe, un dipendente pubblico, con tali slanci …

Perù e religione

Giornata al mare

Domenica scorsa alla Messa, abbiamo conosciuto un’altra famiglia adottiva, sono originari di Milano e hanno 3 figli venuti anche loro dalla montagna (Huaraz per la precisione); abbiamo fatto subito amicizia e insieme abbiamo pensato di noleggiare un taxi per passare una giornata al mare.

Sì perché qui a Lima siamo sull’oceano, ma di bagnarsi non se ne parla proprio, tra l’acqua fredda, la corrente troppo forte (almeno per gli standard del Tirreno tra Marina di Grosseto e Follonica) e la spiaggia fatta a ciottoli, questo è posto adatto solo ai surfisti.

Quindi taxi a noleggio per una giornata, amici, e via, verso playa Santa Maria, qualche decina di km a sud rispetto a Lima; una volta risolto il problema della spiaggia adatta però, ci siamo trovati a dover risolvere una serie di problemi del tipo: ho fame, mi scappa la cacca, la sabbia brucia, l’acqua è fredda, io qui non ci voglio stare! Più o meno questa è stata la sequenza di commenti che Samuèl ha fatto riguardo alla nostra “splendida” idea di passare una giornata al mare … tutto questo ovviamente mentre Maria chiedeva di fare il bagno, fare il bagno, fare il bagno.

L’altra famiglia invece ha passato la mattinata a rincorrere figli vari da una parte all’altra della spiaggia per i motivi più disparati.

Meno male che abbiamo cominciato a vedere sulla spiaggia un sacco di meduse (grosse e coloratissime) morte e quindi MaPi non ha più avuto tanta voglia di tuffarsi verso il largo, nel frattempo il nostro coraggiosissimo nostromo ha cominciato a prendere confidenza con la sabbia, è riuscito persino a togliersi i sandali e a stare a giocare un po’ con il secchiello (seduto, sul secchiello).

Dopo pranzo abbiamo cambiato spiaggia, san Bartòlo, più sassosa ma anche più riparata, Samuèl è riuscito a sedersi nel bagnasciuga per fare una buca con babbo, solo che poi un’onda birichina lo ha bagnato fino alla pancia, grossa tragedia, gelato di consolazione, ricca dormita in taxi fino a casa e grossa pizza per concludere una “bellissima giornata” (almeno Maria dice che è stata così!), i genitori hanno bisogno di un paio di giorni di vacanza per riprendersi da tutto questo riposo!

Lezioni di itagliano

Il ragazzo è sveglio, ma l’italiano ancora non lo sa, per questo cerchiamo di fargli ridire parole e frasi. Siccome però è una macchietta, quando fa il disinvolto pur non avendo capito un’acca, mi ha fatto tornare in mente una scena di una nota serie televisiva …

Paure

Affrontando un viaggio di questo tipo le paure che si incontrano sono tante: dalla banale apprensione riguardo a documenti e borselli, ho perso il conto di quante volte ho controllato di avere i passaporti in borsa specialmente i primi giorni, a cose ben più serie, tipo la paura di un rifiuto da parte di Samuèl o di altri problemi affinché l’adozione andasse a buon fine.

Ma le paure che abbiamo provato, a stiamo provando noi in qualche momento, passano subito in secondo piano quando ti rendi conto che tuo figlio (o tua figlia) stanno provando paura, lo leggi nei loro occhi, leggermente aperti più del normale, fissi verso qualcosa che non capisci, mentre cercano la tua mano per essere rassicurati.

Le paure di Maria Pilar sono semplici da interpretare, sono ovviamente legate al fatto che non è più sempre al centro dell’attenzione, ha bisogno di essere confermata nel suo ruolo e potendo parlare con lei tutto diventa più semplice da capire e spiegare; anche se non sempre la reazione è immediata.

Con Samuèl tutto si complica, talvolta manifesta sentimenti di timore in momenti del tutto illogici (per noi), ma che per lui sono legati a precedenti abitudini o situazioni passate che noi non siamo in grado di interpretare e allora lo devi soltanto coccolare sperando che passi o tentare di distrarlo con un gioco in modo che si rassereni. Queste situazioni sono tutto sommato rare, ma quando sopraggiunge la stanchezza o la malinconia nei confronti di qualcosa della sua vita passata che lo rendeva felice, tipo i momenti di balli e canti con i suoi amici, allora ha bisogno di un abbraccio forte e di un po’ finta lotta, d’altronde sempre masculo è! Quando vuole fare la lotta e ti guarda fisso negli occhi mentre ti fa una serie di boccacce sembra proprio ti voglia dire: ma dov’eri te fino a ora?!

Paure

Comunque, la paura più grande di tutto questo mese, sicuramente l’abbiamo provata stasera io e Filippo, quando dopo un nanosecondo di distrazione ci siamo resi conto che Samuèl era sceso dal passeggino e stava cominciando a piroettare (nel vero senso della parola) verso la strada (trafficatissima dei soliti combis, taxi e quant’altro nell’ora di punta) e  ci si è gelato il sangue mentre chiamava la nostra attenzione per farci vedere quanto era bravo!!! Meno male che è affetto da manie di protagonismo il ballerino… così che ci siamo potuti tuffare su di lui e riacciuffarlo prima che venisse portato in cima a via Arequipa dal primo taxi di passaggio, anche se bisogna ammettere che prima che lui fosse in reale pericolo, un agente di sicurezza (uno di quelli presenti ad ogni angolo, negozio, ingresso, palazzo) lo aveva già raggiunto e riacciuffato.

Paure

Al mercato di Surquillo

Stufi di fare la spesa nei supermarket di stampo occidentale, spesso ci siamo fermati a comprare frutta e verdura presso i venditori ambulanti oppure presso i piccoli negozietti che si possono trovare allontanandosi un po’ dalle strade principali. Se via Pardo è piena di servizi per gli uffici e via Espinar è piena di ristoranti, basta spostarsi di un paio di quartieri per ritrovare un po’ (poco) del Perù più normale.

Se poi facciamo quattro passi ed usciamo dal quartiere di Miraflores, in direzione est, troviamo il quartiere di Surquillo. Molto diverso, più popolare, pieno di venditori ambulanti, ristoranti ricavati in scantinati e garages, negozi che non sai cosa vorrebbero vendere, ma soprattutto non capisci cosa potresti comprarci.
Sembra che la maggior parte delle attività sia ricavata in una parte delle abitazioni degli stessi venditori. E’ possibile scorgere scene di vita quotidiana dietro alcune porte socchiuse, sul fondo di alcune attività.
E’ facile intravedere bagni, cucine, bambini e parenti che si trovano ad essere partecipi all’attività di famiglia, mentre chi sta di guardia sull’ingresso cerca di informarti in un colpo solo di tutto quello che lui ha e di cui tu hai assolutamente bisogno.
Non è facile comprendere le loro parole, anche perché alla velocità con cui le pronunciano, quello che arriva alle nostre orecchie è più o meno questo : “senior/seniora (e fin qui è facile) quierespapascamotesciciacolapapelighienikosfrutasygasfiteroquieres?
Sorriso di circostanza e : “no gracias.” (..zzo ha detto?)

Oggi siamo andati oltre, oggi abbiamo fatto una cosa che cinque anni fa, con Eugenia, sembrava un viaggio pericolosissimo … siamo andati al “Mercado 1 di Surquillo”

Mercato di Surquillo
Mercato di Surquillo

Ora, in effetti, è un posto pieno di gente, di venditori, di confusione … quindi ti consigliano di tenere stretto il portafoglio e di non andare sbandierando cellulari formato tagliere e macchine fotografiche tridimensionali … ma perché, ai mercatini di San Lorenzo a Firenze invece si può fare? Suvvia, ridimensioniamoci, facciamo i seri e andiamo.

 Il posto è coloratissimo e molto più pulito di quanto ci si possa immaginare, nella zona delle macellerie è addirittura vietato spostare l’immondizia durante l’orario di apertura, ogni stand è stipato all’inverosimile di merci, tanto da non capire a volte dove finisce uno e inizia l’altro.

Si può acquistare tutto quello che ha a che fare con la cucina, dagli utensili, alle stoviglie a, ovviamente, ogni tipo di cosa mangiabile, fresca o confezionata, ma forse è meglio se guardate con i vostri occhi cosa c’è al mercato di Surquillo.

Comunque, quello che più conta, in definitiva, è rispondere alla domanda fondamentale. Alla domanda che in assoluto a dei toscani come noi interessa e che da gusto alla vita e alla nostra permanenza qui. La domanda è : che la faranno, qui, la trippa? … e la risposta è : “SI!

La trippa
La trippa

Anniversario

Per chi non lo sapesse, l’8 dicembre, non è solo l’anniversario della morte di John Lennon (come dice un mio amico : in un mondo perfetto Mark Chapman avrebbe sparato a Yoko Ono), ma è anche il nostro anniversario di matrimonio ed un mese che siamo qua.

Il  nostro tredicesimo anniversario è arrivato durante questa bellissima “vacanza adottiva” e, pur soffrendo della mancanza della nostra adorata Jo, abbiamo approfittato del clima, della location, del panorama … e del cambio vantaggioso con la moneta locale  😀 .

Dopo la solita mattinata limena, avvolta dalla coltre di garua, umida e grigia, usciti di chiesa, nella quale abbiamo tentato di comprendere una Messa in castigliano-incaico, ci siamo ritrovati immersi nel sole tropicale!

Che bella giornata stava uscendo fuori! Pur non avendo in programma chissà quali gite, avevamo pensato di andare a fare un pranzo di lusso … e visto la piega che aveva preso il tempo, perché non andare in riva all’oceano … anzi … nel bel mezzo delle onde?

Siamo partiti con un mezzo passo  falso … abbiamo preso un taxi che non era proprio un taxi … sembrava più una macchina dove l’autista applicasse e togliesse la scritta taxi dal parabrezza solo alla bisogna.

E un paio di gringos con figli cholos, passeggino sottodimensionato e zaino stracolmo posso garantire che è una bella bisogna … comunque 10 soles sono sempre solo 10 soles, un prezzo più o meno standard … tra la festa e il fatto che la “Rosa Nautica” non è facilmente raggiungibile a piedi, va bene così.

La “Rosa Nautica” è un ristorante piuttosto famoso, visibile praticamente da ogni punto della costa. E’ anche l’unico locale presente lungo le decine di chilometri di costa limena, ed è sospeso su un pontile che si inoltra per un centinaio di metri sull’acqua.
Tutto intorno si possono osservare surf e parapendio, due sport estremamente di moda e molto praticati.

Il panorama è suggestivo, l’oceano, l’imponenza della costa, lo svettare dei grattacieli e la posizione centrale del ristorante fanno da cornice ad un servizio molto ricercato. Ci sono i camerieri che riportano il pane, quelli che portano l’acqua, quelli che ti fanno scegliere il vino, quelli che ordinano, quelli che accompagnano ai tavoli e (eccessivo) quelli che ti aprono la porta del bagno (e ti aspettano fuori dell’uscio per darti la carta per asciugarti le mani).

I nostri pargoli hanno affrontato il ristorante “di lusso” con uno stile tutto loro, Maria che si atteggiava a signorina, senza riuscirci molto, tentando di magiare il suo pesce senza farlo toccare con le patate e le verdure che aveva nel piatto; Samuèl che voleva lavarsi le mani nel bicchiere e che è riuscito a tirarsi il riso ovunque, l’ho ritrovato anche dentro il pannolino! Siamo comunque riusciti a goderci il pranzo, nonostante i diversivi offerti dal nostro staff privato di animazione.

Terminato il pranzo, ci siamo spostati al centro commerciale Larcomar, dove è possibile trovare giochi per bambini e una chicha morada fresca … oppure un buon caffè  😯

E’ stata una bella giornata, rilassante e distensiva, certo 13 anni fa neanche ci sognavamo di passare un anniversario così! Credo che un’avventura del genere non fosse prevista nemmeno nei nostri sogni più rosei … e invece … il Signore ha fatto meraviglie!

I prossimi giorni saranno decisamente più intensi e frenetici, ricominceranno le code e le corse agli uffici, per vedere se le prossime ricorrenze le passeremo a casa; ma certo li affronteremo con il sorriso sulle labbra e il cuore pieno di gioia pensando alla nostra “piccina” che a fine giornata, nascosta in vasca con Samuèl, gli canta Cavallino arrì arrò e lui che ride a crepapelle al momento di fare la boccaccia!!!

Crisi di metà viaggio

… più o meno …

Ovviamente il titolo è fuorviante, non siamo a metà viaggio in senso temporale, in realtà si dovrebbe essere oltre. Tralasciando i dettagli e le ipotesi, a Natale mancano poco più di due settimane ed il nostro biglietto di ritorno è previsto, come ormai tutti saprete, per il 25 dicembre.

Il problema è che la crisi c’è, esiste. E mentre vi parlo si sta consumando. E’ da quando siamo partiti che lentamente, goccia a goccia, unge le ruote dell’inevitabile destino.

Dovevamo proprio accorgercene l’8 dicembre? Per il nostro tredicesimo anniversario di matrimonio? Che vi devo dire, ci sono vasi che non si notano fino a che non traboccano e in questo caso, purtroppo, sarebbe meglio che traboccasse, piuttosto che languire e fare scendere di livello, ogni giorno di più, la qualità della nostra vita.

So che adesso vi ho messi un po’ in allerta, anche se in Italia, soprattutto in Toscana, la crisi di cui sto parlando ha picchiato più duro che qui. Non state troppo in pensiero, abbiamo solo bisogno di tornare il prima possibile. Siamo un po’ … agli sgoccioli.

Come dite? Volete sapere se c’è qualche problema con l’adozione?
No tranquilli, su quel fronte tutto bene, stiamo anticipando pure un po’ i tempi, martedì faremo il passaporto e poi spero di poter andare subito all’ambasciata a chiedere il visto di ingresso in Italia.
Volete sapere se ci sono problemi con MaPi?
Ma certo che no! E’ una sorella premurosa e affettuosa, ci sentiamo davvero orgogliosi di lei e di come sta affrontando la sua parte di “avventura”.
Io e Laura? Litigi?
Assolutamente no. Ci dividiamo il più possibile i compiti di casa. Certo io sono sempre il solito caprone per cui a volte non mi accorgo di certe cose o situazioni perciò devo essere richiamato all’ordine … ma non è questo il problema …

E allora? Che cosa succede di così grave perché si debba essere sull’orlo di una crisi che si risolverà solo tornando a casa?

Nonni, zii, amici … ci mancate, ma non così tanto quanto LUI … e quando sarà finito … la Barilla da sola non basterà a farci sentire a casa!!!

Olio Extra Vergine di Oliva
L’Olio Extra Vergine di Oliva … o quel che ne resta.

Juego de agua – bis

Finalmente ieri, dopo due tentativi falliti con altrettanti allucinanti viaggi attraverso la città, siamo riusciti ad entrare al parco de la reserva per vedere los juego de agua.

Questo parco lo avevamo già visto in occasione del viaggio per Maria Pilar, ci era piaciuto molto e quindi abbiamo deciso di tonarci. In realtà una parte del parco in questo momento è chiuso per mantenimento e anche quello visitabile non ci è sembrato proprio proprio tenuto bene, ce lo ricordavamo in condizioni migliori; ma giocare con l’acqua ha sempre un fascino tutto suo e grandi e piccini si sono lasciati coinvolgere da schizzi, spruzzi e giochi di luce. Le fontane più grandi cambiano i loro giochi di spruzzi, ci si può stare vicino e farsi bagnare dalle goccioline portate dal vento, ma sostanzialmente sono solo da guardare; mentre ce ne sono altre dove ci si può camminare attraverso e sono pensate proprio per far giocare le persone.

MaPi con l’acqua è sempre a suo agio, quindi ha cominciato a giocare appena ha capito che si poteva mettere le mani nell’acqua; invece Samuèl è più sospettoso, spesso dimostra di avere timore di quello che lo circonda, nelle situazioni nuove va rassicurato ancora molto, poi però quando prende il via … e chi lo ferma più!

Alla prima fontana, dopo pochi minuti, i ragazzi erano già fradici, e siccome questa primavera limena non è proprio calda come ce la aspettavamo (considerate che stasera, dopo essersi congelati ad un aperitivo sull’oceano, hanno tutti apprezzato “minestrina calda” per cena!) è stato subito necessario un cambio d’abito per cercare di evitare di pasteggiare ad augmentin per le prossime settimane …

Stavolta niente Marylin Morada, anche se avevamo comprato il vestito adatto c’è mancata la presa dell’aria per farlo volare. Per Chiara e Silvia : credo che la foto di Samuèl tutto bagnato che gioca con l’acqua stia benissimo sulla vostra parete, vicino a quella di MaPi che si fa asciugare il vestito!

Per la cronaca tranquilli, a oggi niente raffreddore per nessuno!!!

Juego de agua

« Finalmente oggi babbo e mamma sono riusciti a portarci al parco delle fontane quando era aperto! Mi è piaciuto molto e ho anche fatto un disegno per Giovanna. Anche Samuèl si è divertito. »

– Mapi –

Juego de agua
Juego de agua