Paure

Affrontando un viaggio di questo tipo le paure che si incontrano sono tante: dalla banale apprensione riguardo a documenti e borselli, ho perso il conto di quante volte ho controllato di avere i passaporti in borsa specialmente i primi giorni, a cose ben più serie, tipo la paura di un rifiuto da parte di Samuèl o di altri problemi affinché l’adozione andasse a buon fine.

Ma le paure che abbiamo provato, a stiamo provando noi in qualche momento, passano subito in secondo piano quando ti rendi conto che tuo figlio (o tua figlia) stanno provando paura, lo leggi nei loro occhi, leggermente aperti più del normale, fissi verso qualcosa che non capisci, mentre cercano la tua mano per essere rassicurati.

Le paure di Maria Pilar sono semplici da interpretare, sono ovviamente legate al fatto che non è più sempre al centro dell’attenzione, ha bisogno di essere confermata nel suo ruolo e potendo parlare con lei tutto diventa più semplice da capire e spiegare; anche se non sempre la reazione è immediata.

Con Samuèl tutto si complica, talvolta manifesta sentimenti di timore in momenti del tutto illogici (per noi), ma che per lui sono legati a precedenti abitudini o situazioni passate che noi non siamo in grado di interpretare e allora lo devi soltanto coccolare sperando che passi o tentare di distrarlo con un gioco in modo che si rassereni. Queste situazioni sono tutto sommato rare, ma quando sopraggiunge la stanchezza o la malinconia nei confronti di qualcosa della sua vita passata che lo rendeva felice, tipo i momenti di balli e canti con i suoi amici, allora ha bisogno di un abbraccio forte e di un po’ finta lotta, d’altronde sempre masculo è! Quando vuole fare la lotta e ti guarda fisso negli occhi mentre ti fa una serie di boccacce sembra proprio ti voglia dire: ma dov’eri te fino a ora?!

Paure

Comunque, la paura più grande di tutto questo mese, sicuramente l’abbiamo provata stasera io e Filippo, quando dopo un nanosecondo di distrazione ci siamo resi conto che Samuèl era sceso dal passeggino e stava cominciando a piroettare (nel vero senso della parola) verso la strada (trafficatissima dei soliti combis, taxi e quant’altro nell’ora di punta) e  ci si è gelato il sangue mentre chiamava la nostra attenzione per farci vedere quanto era bravo!!! Meno male che è affetto da manie di protagonismo il ballerino… così che ci siamo potuti tuffare su di lui e riacciuffarlo prima che venisse portato in cima a via Arequipa dal primo taxi di passaggio, anche se bisogna ammettere che prima che lui fosse in reale pericolo, un agente di sicurezza (uno di quelli presenti ad ogni angolo, negozio, ingresso, palazzo) lo aveva già raggiunto e riacciuffato.

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