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Emozioni vecchie e nuove

Siamo ad Arequipa, Maria Pilar già dorme, le nostre cose sono state sistemate in casa (abbiamo preso un appartamento in affitto che documenteremo con la luce del sole), adesso non ci resta che aspettare domani mattina, quando incontreremo Samuel.

Fino a questo momento mi era sembrato di non essere partita affatto, dopo tutte quelle ore di volo trovare un posto così familiare da sentirsi a casa, riconoscere i luoghi, gli incroci, i giardini, sapere in quale via andare per comprare una cosa, riconoscere la chiesa parrocchiale… tutto faceva pensare che il viaggio ancora non era iniziato. Le emozioni vissute in questi posti sono state talmente grandi da creare un legame unico, di quelli che si può avere solo con i luoghi speciali dell’infanzia.

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Stamani poi quando siamo stati al DGA (Direction General di Adopcion) per il colloquio con la psicologa e l’avvocato che seguono il caso, beh, che dire, è stata una chiacchierata semplice e tranquilla, come fossimo a Prato dall’ente (sì mi ricordo che vi siete trasferite!), che si è conclusa con i complimenti a Maria per la bellissima medaglia di SORELLA MAGGIORE che portava al collo e i complimenti alla nonna che l’aveva confezionata. Ovviamente dicendo semplice e tranquilla non intendo dire senza significato, ci hanno spiegato bene quali sono le peculiarità di Samuel e cosa ci dobbiamo aspettare per domani affinché anche noi siamo preparati all’incontro; qui ti vogliono vedere bene in faccio prima di affidarti un loro TESORO (che i loro figli sono tesori i peruviani te lo dicono subito all’aereoporto mentre fai l’immigrazione con dei poster formato gigante… quindi occhio.. trattali bene).

Adesso però comincia il pezzo di strada nuovo, tutto da scoprire, città sconosciuta, figlio sconosciuto, adesso comincia il batticuore non più solo per i ricordi intensi dello scorso viaggio ma anche per l’attesa e la trepidazione per domani.

Buona notte!

f.a.q.

Ok, dobbiamo tergiversare ancora per qualche giorno (volo confermato per sabato 8 novembre, ore 18:25 da Fiumicino), quindi permettetemi di fare della facile ironia sulle domande che più di frequente ci sono state rivolte in questo ultimo mese :

  1. Di che razza è?
    Umana.
  2. Ma è il vero fratello di Maria Pilar?
    SI : come noi siamo i loro veri genitori;
    NO : se state pensando ad un qualunque tipo di legame biologico. Queste meraviglie sono nate a circa 1200km di distanza tra di loro, da mamme diverse, al limite potremmo fare delle scommesse sui babbi … ma direi che le probabilità ci sono contro.
  3. Ma ci portate anche Maria? E la scuola?
    Si, ci portiamo anche Maria, il motivo ci sembra talmente ovvio che il pensiero di lasciarla a casa mentre noi conosciamo suo fratello (vedi domanda 1) non ci ha neanche sfiorato. Certo cercare di tenere il passo delle nostre solerti maestre non sarà impegno da poco, ma le mamme della classe II E sono forti e ci forniranno foto e scansioni dei quaderni, così da lavorare a distanza.
  4. Ma come fate a stare via cosi tanto tempo?
    Anche se l’adozione non va di moda (le istituzioni preferiscono sovvenzionare gli istituti e non è facile trovare giudici coraggiosi che decretino lo stato di abbandono dei bambini) abbiamo diritto a tutti i congedi di maternità come per quella naturale, quindi io sarò in maternità mentre Filippo userà ferie e permessi vari.
  5. Perché state via così a lungo? Ma non sapete quando tornate?
    Il viaggio è così lungo perché l’adozione si conclude in Perù, Samuèl arriverà in Italia già con il nostro cognome, come figlio nostro anche se ancora non sarà cittadino italiano. Non sappiamo la data esatta del rientro perché la fase in cui andiamo all’ambasciata italiana, per chiedere i visti di ingresso, ha dei tempi un po’… fumosi, non ci è dato sapere quanto tempo l’impiegato ministeriale medio impieghi a sbrigare la pratica, ma questo lo può capire chiunque sia stato almeno una volta in un ufficio pubblico!
  6. Chissà quanto di sarà costato!
    In effetti questa non è una domanda, perché chi lo dice pensa di sapere già la risposta… specialmente se l’interlocutore conosce qualcuno che ha adottato nell’est europeo (luogo inadatto ad affrontare questioni di trasparenza nei costi).
    Certo, il viaggio è costoso perché lungo e il Perù non è dietro l’angolo, poi si parte in 3 e si torna in 4, quindi qualche spesa c’è, ma il viaggio si può organizzare in tanti modi e si può cercare di “fare per bene”.
    La pratica di adozione internazionale invece costa in quanto ci sono dei professionisti che ci lavorano (assistente sociale, psicologa, avvocato, traduttore…) e che hanno diritto ad essere pagati e rimborsati per i bolli che mettono sopra tutte le carte che producono.
    Ancora una volta ci troviamo ad elogiare la nostra associazione per la serietà con cui dettagliano e documentano le spese, in modo che noi possiamo portarle in detrazione con la dichiarazione dei redditi. 
    Comunque a tutti coloro che hanno qualche sorta di preoccupazione per lo stato del nostro conto corrente, mio marito sarà ben felice di fornire il nostro codice IBAN.  Si accettano donazioni di qualunque entità!!!

Con i botti!!!

Che dire, sono emozionata… grazie degli auguri! Grazie dei figli!

Tanti di quelli che mi hanno fatto gli auguri oggi mi hanno detto che il regalo più bello me lo sono fatta da sola, in realtà io penso di aver fatto proprio poco; il bello di questo regalo è che è proprio un dono, un dono realizzato dall’azione di tante persone che insieme sono il volto della Provvidenza.

è la seconda volta che la data del mio compleanno è legata all’adozione dei nostri figli, la prima volta avevo ricevuto la telefonata del riconoscimento dell’apta (idoneità) peruviana della prima domanda, che poi ha fatto arrivare Maria, adesso arriva il foglio che garantisce la nostra possibilità di partire la settimana prossima per incontrare Samuel. E per me che sono fissata di date e ricorrenze è proprio un bel segno legare insieme questi eventi con la stessa data.

In più Samuel ci è stato assegnato praticamente mentre noi eravamo a vedere i fuochi d’artificio per la fine del perdono… se questo è l’inizio direi che ci possiamo aspettare grandi cose, col botto!

… e allora aspettiamo …

Salve a tutti,

credo che si mi chiedessero quale sinonimo ha la parola adozione risponderei ASPETTA, nel senso proprio di attesa.

Qui si passa da un’attesa ad un’altra e adesso, con la foto di Samuel in mano e MaPi che di continuo mi chiede quando faremo la valigia, questa parola ha preso un sapore ancora diverso.

Non è il senso di indefinito che ha quando non sai quando ti chiameranno; non è nemmeno quel sottile senso di angoscia che avevo quando ci avevano abbinato Maria Pilar ed aspettavamo di partire; adesso l’attesa è proprio un senso di sospensione tra qui e Arequipa per cui mi muovo qui, faccio la spesa qui, pulisco casa qui, lavoro qui, ma intanto con la testa sono … ma non lo so neanche io dove sono!

Però ancora non ci hanno detto quando potremo partire, e allora … ASPETTIAMO!