E family day sia!

Un grande raduno annunciato e programmato, poi ritirato. Il confluire di nuove forze e l’inattesa proposta di un nuovo evento, più grande, più articolato, più ambizioso.

In molti pagano e pagheranno il disagio di questi cambiamenti, ma vediamo il rapido attivarsi di tanti e distinti membri di un corpo che, in pochissimi giorni, si sta scoprendo unico e intenzionato a far sentire la propria voce. Qualcosa di grande sta prendendo forma: un simbolo genuino di sovranità popolare

Quando poche settimane fa venne rimandato l’evento I figli non si pagano, previsto per il 13 giugno, un manipolo di affezionati detrattori esultò scompostamente. Furono sparati mortaretti mediatici sui social-cosi e sulle blog-robe; la gioia per l’avversario ferito a morte serpeggiò un po’ su tutte le loro paginette-covo.

Sotto gli annunci del rinvio, soprattutto quando questi erano di Mario Adinolfi, gli schiamazzi si mescolarono allo stupito dispiacere di chi non comprendeva tale decisione. La spiegazione, breve quanto densa di significato, doveva togliere ogni dubbio:

(…) Molti chiedevano tempo per organizzare una risposta popolare unitaria e hanno visto la convocazione della riunione del Palalottomatica il 13 giugno come una fuga in avanti. Peraltro la coincidenza con la data del gay pride ha preoccupato altri che, come noi, non vogliono in alcun modo costruire un clima di ostile contrapposizione ideologica. (…)

Invece alimentò ancora di più il vocìo insistente, dal quale emergevano messaggi del tipo: “siete 4 gatti”; “neanche la Chiesa vi sostiene”; “hai avuto paura del gay-pride” eccetera …

Abbiamo fatto bene a non perdere tempo con giustificazioni, bene ancora di più abbiamo fatto quando dietro le quinte si è iniziato a lavorare alacremente ad un progetto davvero di ampio respiro.

In un giorno di festa, il 2 giugno scorso, si è riunito un manipolo di donne e uomini di buona volontà, determinati a dare battaglia all’ideologia dilagante che sta per materializzarsi in tre punti all’ordine del giorno del nostro governo:

  • Il Disegno di Legge Scalfarotto, che inserisce, senza definirlo, il reato di omofobia e transfobia.
  • Il Disegno di Legge Cirinnà, che fa il primo passo verso l’istituzione del matrimonio omosessuale.
  • Il Disegno di Legge Fedeli, che stralcia la cultura e la tradizione della famiglia dai programmi scolastici.

Queste persone hanno stabilito che era l’ora di farsi sentire ed è stato deciso che il 20 giugno sarà Family Day come nel 2007, più che nel 2007. Le associazioni coinvolte sono molteplici e di varie estrazioni; dentro al comitato “Difendiamo i nostri figli” se ne possono trovare i rappresentanti di molte, ma ognuna di loro si è spogliata del proprio nome, rispondendo ad una spinta dal basso, dando libertà ad ogni famiglia, di manifestare il dissenso per ciò che sta accadendo nel nostro paese e nel mondo.

Dal canto mio, come cattolico e portavoce del Circolo Territoriale di Arezzo della Manif Pour Tous Italia (mettete mi piace) plaudo l’iniziativa e mi adopero per informare e coinvolgere il maggior numero di persone possibili. Suggerisco e invito ad andare a Roma quel giorno come dimostrazione di preoccupazione e affetto per i nostri figli e per il loro futuro.

Se guardiamo indietro nel tempo, cercando dove e quando leggi come quelle sopracitate sono state promulgate, ci imbattiamo in regimi e totalitarismi che niente hanno a che vedere con la democrazia e la libertà.

Leggi come quella presentata dall’onorevole Scalfarotto, che associano ad un reato una sensazione, una sensibilità che non è definibile e che stabiliscono condanne in funzione del sentiment della vittima (come succede in Inghilterra), ricordano tantissimo il “reato di attività antisovietica” in vigore nella vecchia U.R.S.S. e che mai è stato chiarito come venisse applicato. Era infatti una legge costruita ad arte per eliminare gli oppositori al regime.

Allo stesso modo i tentativi di equiparazione di istituti matrimoniali, indicando l’amore come unica discriminante necessaria per dichiarare l’unione di due persone come matrimonio, portati avanti dalla senatrice Cirinnà, sono evidentemente una distorsione della realtà che cerca di farci credere che i bambini possono nascere anche da due uomini e da due donne. Una volta scardinato il matrimonio con questo primo colpo, vedremo quanto sarà facile distruggere la famiglia e arrivare al vero obiettivo finale, la manipolazione dell’individuo.

Infine il devastante progetto Fedeli per la scuola. Una macchina mangia soldi votata a far perdere i riferimenti culturali e storico-familiari dei nostri ragazzi con l’introduzione, anzi, con eliminazione dei cosiddetti “stereotipi di genere”. Ossia con l’azzeramento delle differenze tra maschio e femmina, al solo scopo di rendere donne e uomini socialmente intercambiabili … anche e soprattutto all’interno dei nuclei familiari.

Personalmente trovo questa rivoluzione antropologica inaccettabile; un grande passo indietro verso un’era precristiana, dove il rendere l’uomo un oggetto, senza l’infinita dignità di cui il creatore ci ha dotati con la vita, dava luogo alle peggiori nefandezze: razzismo, schiavismo, sottomissione, stermini e chi più ne ha più ne metta, tutti legittimati da un organismo, lo stato, che ridefinisce l’uomo di volta in volta, in funzione delle necessità economico-sociali.

L’attacco, oggi, è verso i più deboli. Verso i più facilmente manipolabili. E questo attacco avviene su tre fronti importanti. Su tre lati che ci circondano: la libertà di espressione, la cultura (che in questo caso diventa rieducazione statale) e sulla famiglia.
Togliendo loro i riferimenti e le origini, insegnando loro cosa è giusto dire e cosa non è giusto dire e impedendo loro (e a noi) di dissentire, pena essere considerati omofobi, si viene a creare una gioventù ideologizzata e pericolosa. Per se stessa e per gli altri.

E’ uno scandalo che si perpetra a scapito degli innocenti. Da cattolico, come ho detto fin da subito di essere, mi preme ricordare che nel Vangelo, a volte Gesù si è arrabbiato con gli uomini, che facevano cose tra uomini: i mercanti nel tempio; gli scribi che lo interrogavano; con gli apostoli nel Getsemani; perfino con un fico senza fichi (fuori stagione).

Una sola volta però augura la morte agli uomini e lo fa proprio parlando di chi scandalizza i piccoli. Siccome sono anche toscano, vi ricordo che l’unico peccato vomitato perfino dall’Inferno, secondo il mio compaesano Dante, è l’ignavia.

A buon intenditor, poche parole.

Ci vediamo a Roma.

Pubblicato su La Croce del 9 giugno 2015

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