Quando i coccodrilli volavano

Si racconta che san Tommaso d’Aquino, quando un confratello per prenderlo in giro gli disse che un bove stava volando, si fosse affacciato alla finestra.
Voltatosi verso quello, che si sganasciava dalle risa, lo gelò: «Preferisco credere che le mucche volino piuttosto che un domenicano menta».
I cattolici non sono san Tommaso e i giornali non sono domenicani, e tuttavia…

Ieri mia moglie ha avuto un brevissimo e insignificante battibecco con suo padre. Insignificante solo per le relazioni familiari, in quanto non spostano di un millimetro l’armonia che ci lega, ma purtroppo l’accaduto ha evidenziato un problema dal quale credevamo di essere immuni: il lavaggio del cervello fatto dai giornali che, per fortuna (sembra), il Papa sfoglia.

Mio suocero si era ritrovato davanti alle mani il demenziale titolone de La Nazione “Diritti gay, la Chiesa apre” e di fronte a ciò ha vacillato. Costruito ad arte, per destabilizzare il lettore, un titolo del genere affonda una coltellata nel petto delle persone che credono nella Chiesa, che soffrono per le sue difficoltà, che ogni giorno vivono il messaggio evangelico che il Papa ci dona con le sue meravigliose catechesi sul matrimonio e sull’educazione dei figli.

Leggere una cosa del genere fa un brutto effetto a chi crede che i giornali abbiano ancora senso di esistere, in quanto organi di informazione. Lui infatti, cattolico praticante, credente e fedele, ha preso la notizia per vera ed è montato su tutte le furie. Pur sapendo che a volte i titoli possono essere enfatizzati, la Chiesa apre ai diritti gay non è molto interpretabile e la delusione ha preso il sopravvento.
Ha iniziato a dire che, nel caso la Chiesa avesse fatto dei passi in tal senso, avrebbe smesso di frequentare, smesso di servire e non avrebbe più voluto sentir parlare di Lei. Prontamente mia moglie gli ha risposto che se i trecento euro, che lui dà ogni anno a quella redazione, se li spendesse in ristoranti starebbe meglio di pancia e di umore.

In una lettera al direttore Carlo Rugani, un lettore si chiede, con anche troppa educazione, se forse non hanno confuso le posizioni di qualche sono-cattolico-ma, con la posizione ufficiale della Chiesa. Con sperimentata tecnica cerchiobottista il Rugani ha risposto che anche lui è contrario alle adozioni e sostiene i diritti dei bambini, ma non si può negare che la Chiesa non si stia interrogando dopo il referendum irlandese e che comunque i titoli dei giornali sono “soggetti alla schiavitù della sintesi”.

Viene da domandarsi cosa riesca a percepire il casalingo di Voghera (abbasso gli stereotipi) che riceve ogni sorta di messaggio tranne quello reale, vero, di cronaca. Se ad un adulto con ferree convinzioni e capacità di discernimento, questi titoli fanno un tale effetto, allora è facile ipotizzare che a chiunque abbia ancora bisogno di farsi delle idee su come stanno realmente le cose, questo atteggiamento non possa fare altro che gettare le basi per considerazioni sbagliate.
Non sono interessato a dare una lettura reale di quello che è stato l’oggetto dell’articolo, a quello ci ha già pensato gente molto più brava di me, come Giovanni Marcotullio su La Croce, quello che vorrei mettere in evidenza è che i messaggi che arrivano dai media non hanno davvero più niente di attendibile.

Una volta girava una barzelletta che evidenziava come i giornali (all’epoca erano i giornali) allineati, organi di partito, potessero far cambiare idea al militante: era la barzelletta del coccodrillo che volava: un bambino domanda al padre operaio, di ritorno stanco dalla fabbrica, se fosse vero che i coccodrilli volassero. Assieme ad un manrovescio molto poco montessoriano, il padre inveiva contro l’idiozia e l’idiota che raccontava certe frottole ai bambini. Ma allorché il figlio gli biascicava di averlo letto su L’Unità il padre, rabbonito, lo ammoniva che forse aveva letto male, perché i coccodrilli non volano, ma saltano parecchio in alto.

Questa storiella oggi non fa più ridere, primo perché L’Unità è fallito e c’è chi ci sta rimettendo di tasca propria, secondo perché tale atteggiamento si è diffuso in ogni dove dai giornali, alle televisioni, alle radio. Sembra che non esista più, neanche quando si parla di numeri, una verità tangibile, dimostrabile e divulgabile.

Non è solo un problema mediatico, ma è un problema di ben più ampia portata; dalla cultura, all’istruzione; dal costume al cinema; in ogni ambito la verità viene sacrificata ad una causa personale.
Quando poi si parla della Chiesa cattolica allora questa tendenza diventa così ossessiva, martellante e ridicola da far impallidire anche il coccodrillo di cui sopra.

Le frasi comode del Papa vengono manipolate, sforbiciate e distorte per essere usate in ogni contesto tranne che in quello originale. Le frasi scomode invece vengono ignorate. Spazzate sotto il tappeto del “politicamente scorretto” e quindi sconvenienti da pubblicare.

Il cinema non fa che produrre e presentare rivisitazioni manipolate di eventi biblici con trame approssimative e imbarazzanti, come l’ultimo “Exodus” con Christian Bale, oppure schiacciano e distruggono con critiche ingiustamente negative film come “Cristiada” o “Terra di Maria”.
Nel contempo promuovono film di propaganda ai matrimoni gay come “Lei disse sì”, un film che racconta un matrimonio di interesse tra due donne, dove l’interesse è esattamente quello di produrre il film e far vedere come all’estero, a differenza dell’Italia, sia possibile sposarsi.

La televisione è pure peggio, le sit-com sono passate da essere momenti di intrattenimento ridanciano a essere maestre di vita, emozioni e modelli. Ogni serie televisiva deve soddisfare il criterio secondo il quale solo le emozioni pilotano le giuste scelte. Il sacrificio, l’essere integerrimi, la fedeltà agli impegni presi è roba da libro cuore e ha fatto la sua storia (strano che per De Amicis quelle fossero questioni di cuore, che avesse il cuore nel posto sbagliato?).

Non voglio entrare nella questione di come la religione cattolica viene trattata in ambito scolastico (il crocifisso è sempre lì, ma per quanto?) e non mi vado certo ad infognare nella questione culturale mettendomi a disquisire su quante sono le iniziative patrocinate dalle istituzioni per qualunque cosa sia LGBT, rainbow o comunque gay-friendly mentre in Francia si rispolverano leggi del 1905 pur di giustificare l’abbattimento della statua di san Giovanni Paolo II ed il ritiro del presepe dai luoghi pubblici.

Penso che la Chiesa, che fino ad ora ha cristianamente sopportato, in nome del messaggio che trasmette, ogni tipo di menzogna raccontata dai suoi detrattori, debba iniziare a tener conto del danno che i fedeli subiscono. Bombardati ogni giorno, ogni momento, spesso incapaci di discernere il vero dal falso, i fedeli non rischiano più solo di cedere alle lusinghe del maligno, ma rischiano di credere che, pur restando saldi nella fede, sia la stessa Chiesa ad essere caduta preda del male e del secolarismo e se ne allontanino anche pubblicamente.

Abbiamo bisogno di sentirci parte di una Chiesa forte che si protegge e ci protegge. E’ bello ascoltare i messaggi chiari e netti del Papa, ma sarebbe ancora più bello sapere pubblicamente che certi giornali spregiudicati non sono autorizzati a parlare per Suo conto.

In questi istanti, mentre chiudo l’articolo, vengo a sapere che non è vero che il Papa sfoglia La Repubblica, bensì Il Messaggero. «Fue un lapsus» dice Sua Santità. Da un certo punto di vista mi dispiace, perché mi sarebbe garbato parecchio, il Papa, che legge quel giornale, lo sfoglia con sufficienza, schiocca le labbra, lo chiude e lo mette all’Indice.

Pubblicato su La Croce del 2 giugno 2015

Pensiero Profondo Written by:

Pensiero Profondo è un calcolatore gigantesco programmato da una razza di esseri superintelligenti e pandimensionali per trovare "la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto". Dopo sette milioni e mezzo di anni di elaborazioni, Pensiero Profondo fornisce la Risposta alla Domanda fondamentale. La risposta è 42, argomentando come segue: "42", in realtà, è una risposta buona quanto un'altra. Il vero problema è: qual è la Domanda fondamentale? Nessuno, infatti, si è preso la briga di fare al megacomputer la Domanda giusta...

One Comment

  1. Beatrice
    4 Giugno 2015
    Reply

    Pensiero Profondo, di nome e di fatto!
    Come al solito è un piacere leggerti/vi.
    È purtroppo fin troppo facile lasciarsi confondere dai “titoloni” dei quotidiani. E quando la curiosità mi spinge a leggere tutto l’articolo, i miei occhi “ammutoliscono” di fronte a certe parole e frasi e concetti così importanti e travisato con così tanta semplicità.

    Arguta la chiusura dell’articolo.
    Non sono abbonata a La Croce ma mi auguro di leggere qualcos’altro prestissimo!!!! 🙂

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