Montepremi, un monte di bischerate.

Non sono attratto dal gioco d’azzardo; non sono attratto neanche dai semplici giochi di carte, ad esclusione di rubamazzo e merda. Delle lotterie e di tutti i giochi inventati negli ultimi anni non conosco le regole e neppure le modalità. Per me, informatico con mente prevalentemente matematica, giocare 1,2,3,4,5 e 6 equivale a giocare i 6 numeri ritardatari, perché la probabilità che escano è la stessa, combinazioni semplici senza ripetizione, magari potrei tirare a caso il numero jolly, usando uno scaramantico 76. Inoltre ho in odio la diffusione capillare delle macchinette nei bar, che da sempre veicolano giri di malaffare e riducono in schiavitù le menti più suggestionabili dalle promesse di moltiplicare con facilità i propri guadagni.

Sarei perciò il candidato ideale a firmare la petizione che vorrebbe distogliere il montepremi del superenalotto a favore delle popolazioni terremotate. Quel centinaio di milioni e rotti che riempie la bocca e gli occhi di chi lo vorrebbe vincere, potrebbe senz’ombra di dubbio essere usato per risolvere molti problemi nell’area del sisma.

E invece no.

Non sono assolutamente d’accordo con questa soluzione che sembrerebbe di banale, semplice e immediata attuazione. E magari lo è anche, basterebbe la volontà di qualche ministro, o anche solo il ditino di Renzi che pigiasse sui tasti giusti. Resta il fatto che non mi sembra assolutamente un’usanza da mettere.

Dalle mie parti c’è un detto: “Meglio fare un morto, che mettere un’usanza”. Il motivo di questo detto paradossale è semplice: nonostante che un decesso sia una tragedia, il tempo lenisce il dolore, mentre mettere in piedi “un’usanza”, che è più che un’abitudine, si approssima molto ad una tradizione, è una cosa della quale non ci si libera mai, a meno di creare incidenti diplomatici e problemi su problemi.

Ma come mai sono contrario a questo tipo di iniziativa? E’ per insensibilità nei confronti della tragedia? E’ perché sono cinico? Perché mi piace fare il bastian contrario? No. E’ perché di ogni cosa su cui mi viene chiesto di riflettere, io rifletto. E’ perché non mi allineo alla modalità di gestione delle emergenze con provvedimenti di emergenza, attitudine tutta italiana e nella quale siamo campioni in tutte le specialità: terremoto, alluvione, tromba d’aria, visite dei presidenti iraniani.

Prima di tutto, la cifra. Ridicola. Mi contesterete che è solo l’inizio, ok, ma allora se è per cento milioni di euro, visto che il fondo nazionale delle emergenze ammonta attualmente a 250 milioni, uno più, uno meno, iniziamo da quelli, subito (cosa che il governo, per la verità, ad oggi ha già fatto con 50 milioni). Poi ci dovrebbe toccare anche una mezza miliardata dal fondo europeo di solidarietà, come per il terremoto in Abruzzo e in Emilia Romagna e saremmo già un pezzo avanti. Eventualmente i soldi del superenalotto andiamo a prenderli quando saranno finiti questi, che gli spettano per legge.

Altro motivo: ma vi sembra di pagare poche tasse o che le assicurazioni debbano essere agevolate da soldi presi così, a casaccio? Ci costringono a tutelarci con ogni sorta di copertura, a partire dalla doverosissima “responsabilità civile automobilistica”, fino alle assicurazioni “incendio scoppio” (bada bene, non crollo, non eventi naturali) per i mutui bancari, ma quando si arriva a riscuotere voi tutti sapete con quante clausole e riduzioni si deve avere a che fare. E banche e assicurazioni prosperano. E se falliscono ci dicono “scusate abbiamo scherzato”. Siringata di soldi pubblici e via, non è successo niente.

Credo che in questo caso, usare il jackpot, sia solo il modo di dare un’altra occasione di strofinarsi le mani a questi soggetti.

Terzo motivo, la puerilità della proposta. Mi dispiace per i miei amici che si sono fatti portatori di questa iniziativa, li rispetto e non è certo su questo che baso il mio parere sulla loro capacità e la loro maturità, ma pensare di girare il jackpot del superenalotto è davvero una cosa che dimostra quanto siamo suggestionabili da certe pubblicità e immagini con le quali ci bombardano unidirezionalmente ogni giorno. Almeno, dico io, fosse stato proposto qualcosa di sistematico riguardo a tutti i giochi del monopolio di stato, o parte delle tasse sulle sigarette. Perché non mettere un euro sulle sigarette? Abbiamo 11 milioni di fumatori, fateli voi i conti.

Oppure, perché non troviamo il modo di recuperare i cinque miliardi di euro che ogni anno, sistematicamente “perdiamo” in favore di un’Europa che sembra non essere più l’obiettivo che era nell’immaginario di chi l’ha fondata. Soprattutto nell’immaginario degli italiani che l’hanno teorizzata e fortemente voluta.

In questi giorni circolano voci di possibilità di ristrutturare tutta l’Italia e ridurre drasticamente il rischio sismico su tutto il territorio con una spesa che si aggira intorno ai 100 miliardi di euro, mafie permettendo. Allora perché non pensare di riprenderci davvero la nostra sovranità monetaria e utilizzare quei 5 miliardi? in 20 anni potremmo recuperare il gap che abbiamo con Cile e Giappone e diventare davvero un paese che di terremoti se ne intende. Per adesso dopo i terremoti, in tenda. Ma questa rischia di essere una proposta equivalente a quella del jackpot, sparata senza pensare alle reali condizioni a contorno e alle conseguenze.

Comunque, usare i soldi del montepremi non lo trovo giusto. Solo perché lì ci sono dei soldi apparentemente “facili”, non reputo un modo corretto di operare il pensare che la soluzione alle emergenze sia un dispositivo di emergenza. E al prossimo terremoto? Che succederà al prossimo terremoto, se il jackpot fosse a 20 milioni, o magari zero? Non gli diamo niente? Ai terremotati gli diremmo come sta scritto nei boeri al bar “Non hai vinto – Ritenta” ?

Pensiero Profondo Written by:

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