Euroillusioni

“Non consentiremo ai terroristi di cambiare il nostro modo di vivere. Io, tra sabato e domenica sono stato al cinema e in pizzeria e non ero particolarmente scortato. Sono stato al cinema a Roma e il cinema era pieno; stessa cosa in pizzeria. Questo sta a significare che la voglia di vivere degli italiani è più forte della paura che i terroristi vogliono incutere”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano, ospite di “Agorà” su Raitre.

“Dobbiamo tutti essere uniti”, per evitare che i terroristi jihadisti riescano a raggiungere il risultato ultimo della loro ferocia: “Modificare il nostro modo di vivere”. Questo, per Roberta Pinotti, ministro della Difesa, è fondamentale: “Hanno scelto un venerdì sera per colpire una capitale europea, hanno scelto lo stadio, i bar, la sala concerti come obiettivi proprio perché è questo che i jihadisti vogliono sovvertire, i nostri piaceri della vita, la nostra voglia di divertirci, di uscire per strada liberamente, di andare a vedere una partita di calcio”. Per questo, perché al cuore di questa guerra a Parigi c’è la sopravvivenza del nostro modo di vivere, “la reazione deve essere durissima”.

Intanto su internet appaiono appelli affinché si fermi il Giubileo, mentre strade, stazioni, luoghi di ritrovo vengono militarizzati e si susseguono falsi allarmi e avvistamenti sospetti.

Certo che mi verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere, a sentire che la terribile ferocia jihadista ha come obiettivo questa odiosa e spaventevole cosa: modificare il nostro modo di vivere! Mannaggia! Come se non fossero morte 2974 persone a New York, 129 a Parigi, 56 a Londra per mano di questi terroristi, ma fosse semplicemente stato disturbato un concerto, una partitella di pallone e due chiacchiere al bar.

L’ISIS ha ucciso, trucidato, torturato migliaia di persone in Medio Oriente, non ha semplicemente “cambiato lo stile di vita” delle popolazioni che ha assalito. Si parla di morte, sangue, guerra, bombe. Non è uno scherzetto, un argomento da orgoglio porta bandiera, da smargiassate al bar.

Questi appelli a far finta di niente, a continuare come se nulla fosse successo il proprio stile di vita hanno un unico obiettivo: evitare contraccolpi di carattere economico. Infatti, se la gente girasse meno, annullasse le vacanze, evitasse i locali pubblici e i luoghi affollati, ovviamente la ripercussione sulla nostra economia sarebbe immediata. Temo che ad Angelino Alfano interessi di più la quadratura dei conti pubblici che la nostra incolumità. Ma si sa già da un pezzo che siamo solo consumatori, non più cittadini (giacché ci governa un presidente non eletto), non più uomini e donne (visto che dei nostri diritti fondamentali non interessa niente a nessuno).

Tutti si riempiono la bocca con questa parola: libertà.

Bella, davvero, mi piace molto. Poi suona bene, con quel suo finire accentato, che dà pure una spinta in avanti, un’enfasi naturale.

Però, prima di essere libera, a me interessa, nell’ordine: essere viva, possibilmente in salute, avere una casa dove vivere, avere un lavoro con cui sostentare me e la mia famiglia.

Al momento invece la situazione è questa: in mezzo a noi, nelle nostre città vivono potenziali terroristi dormienti, pronti a scatenare l’inferno in ogni luogo, imprevedibili perché disposti anche a morire per la loro causa distruttiva. Quindi la nostra tranquilla vita non è poi così al sicuro. Comunque non possiamo aspettarci granché da un’Europa che non considera omicidio l’aborto e l’eutanasia, che ha legalizzato la droga e la prostituzione (ad esempio in Olanda), che fa pagare le cure più care a chi più è malato (vedi gli obesi o i diabetici in Inghilterra).

Quindi è chiaro e lapalissiano che della nostra vita e salute, a questa Europa, non importa nulla.

Per quanto riguarda la casa, non so come va nel resto d’Europa, ma in Italia le graduatore per l’assegnazione delle case popolari sono liste interminabili dove avanzano sempre e solo gli stessi soggetti collusi con interessi di dubbia natura, oppure gli extracomunitari. La casa in Italia è un onere per chi ce l’ha (vedi ultime tartassate con IMU e tutti i suoi vari nomi) e un lusso irraggiungibile per chi non ce l’ha. Il mercato immobiliare è stato in recessione per anni e ora è comunque stagnante, non si vedono svolte all’orizzonte, nessuna proposta concreta per rendere accessibile un bene primario come la casa.

Infine il lavoro: con un tasso di disoccupazione a due cifre, addirittura superiore al 30% per i giovani, è evidente come il lavoro sia un’opportunità negata a troppe persone. E mancando il lavoro, l’indigenza avanza. Dai dati istat risulta che il 5,7 per cento delle famiglie residenti in Italia si trova in condizione di povertà assoluta, per un totale di 4 milioni 102 mila persone: il 6,8 per cento della popolazione residente. E in condizioni di povertà relativa si trovano il 10,3 per cento delle famiglie e il 12,9 per cento delle persone residenti, per un totale di 7 milioni e 815 mila persone.

Mi pare evidente che c’è parecchio da lavorare anche su questo fronte.

Eppure i nostri politici si riempiono la bocca di “libertà”, intesa come possibilità di spendere i nostri risparmi in sollazzi a piacimento (cito il ministro: “i nostri piaceri della vita, la nostra voglia di divertirci, di uscire per strada liberamente, di andare a vedere una partita di calcio”).

Una volta, in tempi di dittatura, per libertà si intendeva prima di tutto la possibilità di esprimere le proprie opinioni, politiche e culturali, non certo la prerogativa di spendere i soldi per comprare questo o quello. Ma tale concezione della libertà è tramontata: ora siamo sotto l’egemonia del pensiero unico laicista e nichilista, per cui l’irrisione e il pubblico ludibrio attendono chiunque osi dissentire dalla marea festante che inneggia ai nuovi diritti di propaganda (il diritto all’aborto, all’eutanasia, al figlio anche comprato, alla selezione eugenetica, al matrimonio per tutti i gusti, eccetera).

Per non parlare della libertà religiosa, che è sempre più intesa come possibilità di coltivare nel segreto di casa propria o di piccole comunità il proprio credo, senza però avere il diritto di palesare in alcun modo in luogo pubblico la fede. In Francia si può essere multati per un crocifisso al collo. E gli ultimi atti terroristici non hanno fatto altro che accentuare questa deriva laicista che vorrebbe creare una religione di stato, che adora il nulla, il consumismo, l’egocentrismo, invece di un Dio. L’apoteosi di questa follia è stata raggiunta con la preghiera laica fatta a Parigi in commemorazione delle vittime. E quindi anche il diritto a professare la propria fede se ne sta andando.

Però continuiamo a parlare di libertà: sì, libertà di andare ai concerti, di prendersi un drink con gli amici, di comprarsi l’ultimo telefonino.

Io non credo proprio che la ferocia jihadista abbia come obiettivo quello di rovinarci i venerdì sera: essi vogliono soggiogarci politicamente e religiosamente, imporci la sharia e convertirci all’islam con la forza. Ma probabilmente non ci sarà bisogno di usare tanta volenza, perché la conversione sta già silenziosamente avvenendo da anni, attraverso l’immigrazione di musulmani e il fatto che il tasso di natalità delle loro comunità è il doppio degli europei autoctoni. La nostra società non sta opponendo nessuna resistenza culturale all’invasione, anzi, per malinteso senso di accoglienza, abbiamo autodistrutto i tratti caratteristici del nostro passato storico e valoriale, non mostrando ai nuovi cittadini l’orgoglio di una civiltà fiorente, capace di far appassionare con l’entusiasmo e l’amore per i propri tratti caratteristici, bensì nascondendo quasi con vergogna tutti i fondamentali che avevamo alle spalle e dimenticandoli essa stessa.

Ora siamo popoli disuniti e senza identità, capaci giusto di intonare quell’inno al vuoto cosmico che è Imagine, accomunati dal consumismo compulsivo e distruttivo.

Mentre la società occidentale Europea mostra tutta la sua farraginosa debolezza, noi cristiani ci prepariamo ad affrontare il futuro, fosco o roseo che sia, con la certezza che il cielo non è vuoto, e cercando di conquistare con la prossimità da fratelli, uno ad uno tutti coloro che incontriamo. Ai piani alti manovrano per la guerra, noi dal basso ci adoperiamo per la pace col vicino. “Siate pronti sempre a rendere ragione della speranza che è in voi”, ci dice Pietro. Ecco, questo è il momento non di stare nascosti e silenti, dentro i cinema o nei locali, ma luminosi e ben visibili in tutti i luoghi della nostra vita, soprattutto se siamo a contatto con persone di origine straniera. Prepariamoci dunque non alla guerra, ma ad una quotidiana battaglia di amore a Cristo.

Trillian Written by:

Trillian è una giovane donna e una brillante astrofisica che Arthur Dent non riesce ad "abbordare" ad un party in un appartamento ad Islington. Arthur era sufficientemente certo che si trattasse di una giovane donna, ma all'epoca era totalmente ignaro delle sue nozioni accademiche. Trillian da l'impressione di essere timida e titubante e le fa piacere che chi le sta intorno lo creda, ma in fondo ha un profondo desiderio di fare qualcosa che salvi la galassia.

Be First to Comment

Rispondi