Carlo Casini ai giovani fiorentini

Continuano senza sosta gli eventi di sensibilizzazione sul tema delle unioni civili, molte scuole affrontano il tema e sempre più spesso lo fanno con un contraddittorio di qualità, mostrando intenzioni e capacità dialettiche ormai sconosciute alla politica e al parlamento.
In particolare, nell’area fiorentina la scorsa settimana si sono svolte due assemblee d’Istituto sul Ddl Cirinnà, una al Liceo Michelangiolo di Firenze, dove erano presenti 200 giovani in sereno e goliardico spirito tipico dell’età adolescenziale, l’altra al Liceo Pontormo di Empoli, alla quale hanno assistito ragazzi più grandi e dove il livello di partecipazione consapevole si percepiva più alto.
Nonostante entrambe si siano svolte a cavallo dell’approvazione in senato, dopo l’annuncio che il governo avrebbe posto la fiducia, quindi in un clima non proprio neutrale, l’aspetto che le ha accomunate è stata la vivace partecipazione degli studenti quando è stato il loro momento di intervenire dopo le esposizioni degli ospiti.

E’ doveroso però rilevare una certa fatica ed insofferenza di una gran parte delle platee ad aprire l’orecchio all’ascolto di chi, come Carlo Casini, non ha preso una posizione a favore o contro il Ddl ma ha alzato il livello degli interventi portandolo sul piano della ragione. Carlo Casini ha invitato gli studenti a informarsi da soli, farsi delle domande e a riflettere sul perché la famiglia è il nucleo fondamentale dello Stato a causa dei figli che all’interno di questa unione possono nascere.
Casini ha incentrato il suo intervento sul soggetto debole che in questi giorni è al centro della discussione: il figlio.
Chi è il figlio? Il figlio è la garanzia della storia, solo lui può collegare il passato al futuro. La quasi totalità dei figli nascono ancora oggi da un incontro d’amore tra un uomo e una donna, solo grazie a loro si può garantire la sussistenza della nostra società.
La famiglia essendo il nucleo fondamentale della società e dello Stato deve essere conseguentemente disciplinato nell’ambito del diritto pubblico, va da sé che il matrimonio è un’assunzione di responsabilità verso la società e lo Stato.
L’ex deputato ha riflettuto poi sul principio di uguaglianza invocato dalle associazioni omosessuali arrivando a concludere, dopo una serie di esempi, che il principio di uguaglianza prevede che solo situazioni uguali siano regolate in modo uguale e non impone che tutte le situazioni siano regolate in modo uguale. La differenza sta nella funzione della coppia, non nella persona. Le unioni omosessuali non possono adempiere alla stessa funzione della famiglia come “nucleo fondamentale” dello Stato. Trattare situazioni diverse in modo uguale sarebbe venir meno al principio di uguaglianza, allo stesso tempo ogni forma di discriminazione deve essere vietata. In ultima analisi ha invitato a riflettere sul principio che un figlio non può e non deve soddisfare il desiderio di due adulti, come stabilito dall’art. 6 della Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo del 1989.

Ascoltando le domande dei giovani, durante lo spazio dedicato al dibattimento la prima sensazione è di una conoscenza superficiale sul materia affrontata e basata su una “falsa cultura” fatta di slogan (massimo 140 caratteri!?) che hanno alla base l’amore libero.

Vittime loro stessi del pensiero unico per il quale tutti possono amare chi vogliono, quanto e come desiderano. La famiglia non è più il progetto di vita insieme, per sempre, in cui l’amore (di due persone di sesso diverso) genera vita e futuro.

Non concepscono che due persone abbiano deciso di mettere in comunione le loro vite per un progetto basato anche sulla fedeltà reciproca. La fedeltà per questi ragazzi è percepita come un modello superato perché in nome della libertà le scelte di vita non possono apparire irreversibili, tutte le decisioni possono e devono essere modificabili e revocabili. L’amore è eterno finché dura. L’importante è essere felici, ma di una felicità che è intesa come puro godimento personale.

Certo non va sottovalutata la loro esperienza personale, sempre più famiglie divise, genitori assenti, in carriera eccetera. I giovani possono a quell’età sentire un moto di ribellione che se vogliamo va tutto a suffragio del fatto che la felicità è nella famiglia unita, visto che la prima infelicità, questi giovani, la trovano proprio nell’assenza di essa.

È evidente che il modo di vedere di questa generazione è molto rischioso, porta in se la mancanza di riferimenti certi, la poca fiducia nell’altro e la versatilità della morale a seconda dell’ambiente e delle circostanze.
È urgente quindi invertire questa rotta con un impegno umile e costante partendo proprio dalle scuole di ogni ordine e grado, dalle parrocchie, promuovendo incontri che facciano riflettere sul grave rischio che questa fluidità di pensiero può provocare nelle generazioni future.

Carlo Casini è stato proprio l’esempio di quello che è necessario fare per questi giovani, ne abbiamo avuto la riprova quando in tutte e due le assemblee alcuni giovani, voci isolate, lo hanno avvicinato per ringraziarlo per aver dato loro una chiave di lettura al di sopra delle parti tesa a smuovere le coscienze e a offrire elementi di riflessione e, come afferma lui stesso, un “appello alla razionalità come strumento a disposizione di tutti per ricercare la verità e la ragione”.

È da qui che bisogna ripartire!

Un grazie particolare e un incoraggiamento ad andare avanti così a Ester e alle sue amiche, che durante l’incontro al Liceo Pontormo hanno avuto il coraggio davanti ad un’assemblea quasi tutta “ostile” di dichiararsi apertamente a sostegno della famiglia e a tutela dei bambini. Per loro non è stato facile ma ci sono riuscite! Brave!!

Un’incitazione va anche ai tanti ragazzi che non hanno avuto il coraggio di esporsi o di partecipare alle assemblee, perché l’idea diffusa è che siano inutili e non portino semi di pensiero che possano poi germogliare. E’importante anche una sola voce fuori dal coro, per invitare a riflettere, per uscire dai condizionamenti mediatici e per ricordar loro che nel minestrone, di SALE ne va poco, ma senza è immangiabile.

Successivamente ho avuto modo di parlare con l’onorevole Casini e sottoporgli alcune domande:

In questi due incontri nelle scuole ha visto molti ragazzi, cosa pensa la nuova generazione della famiglia e dei figli?

“Il discorso è serio e complesso. Tutti i ragazzi sono favorevoli all’equiparazione di tutti i tipi di matrimonio in nome dell’eguaglianza, ma in realtà alla base ci sta una visione corrotta della sessualità che decenni di bombardamenti pornografici hanno provocato. Non mi riferisco al nudo, ma alla categoria mentale, al pensiero. Oggi dobbiamo reiniziare da capo, reiniziare dalla contemplazione della meraviglia delle meraviglie che è il figlio. Da lì si capiscono il senso della sessualità, il senso del matrimonio, il senso dell’adozione. Sarà un lavoro lungo, ma è da qui che si deve ripartire per ricostruire.”

Il nostro parlamento invece decostruisce quello che anche lei ha collaborato a costruire. La 184/83, legge sulle adozioni piene, è attualmente oggetto di interesse da parte di chi la vuole modificare aprendo anche a coppie di fatto, single e coppie omosessuali, che ne dice?

“Considerando che la 184/83 è una legge che mi ha visto relatore, essendo anche un giurista, mi appello a ciò che già esiste nella dichiarazione universale dei diritti del fanciullo che impegna gli stati a fornire al bimbo il meglio. Qui la domanda è cosa sia il meglio per il bambino e la risposta non è semplicemente l’amore, bensì l’amore di un madre e di un padre. Si può dare anche una risposta pragmatica: è inutile intervenire sulla legge italiana per ampliare il numero di richieste di adozione. Il numero di famiglie è già il decuplo rispetto ai bimbi che vengono abbandonati. Il motivo per cui non ci siano bambini abbandonati è perché oggi si preferisce ucciderli con l’aborto. Di contro esistono situazioni in cui si vedono donne che per contratto ne fanno nascere alcuni apposta per abbandonarli nelle braccia di persone dalle quali ricevono soldi.”

Un’ultima domanda, onorevole, lei pensa che un movimento politico, un partito , che nasce sulla base del diritto dei bambini ad avere un padre e una madre abbia un futuro?

“E’ il mio sogno dal 1978. Il valore della vita è talmente importante da esserlo più dell’economia e di tutte le altre cose. Questo valore potrebbe essere anche il collante di una forza politica, perché se la politica è il servizio al bene comune, il primo bene della comunità sono le famiglie perché da esse nascono i figli, primo soggetto da tutelare nella società.
D’altro canto bisogna essere realisti e considerare che un partito non è uno scherzo. Sono necessarie strutture, collegamenti, mezzi finanziari, appoggio mediatico. Però se avvenisse ne sarei lieto, purché non fosse un partito reazionario, che guarda solo all’indietro. Deve essere una forza propulsiva che guarda al futuro e ad una rivoluzione in bene per il futuro.”

Arthur Dent Written by:

Sono un normale essere umano, un giovane che viene trascinato in giro per la galassia da un amico, rivelatosi un alieno in un momento quanto mai provvidenziale: infatti, pochi istanti prima che la Terra venga disintegrata per fare posto ad una superstrada spaziale, riesco a salvarmi facendomi dare un passaggio da un'astronave Vogon. Questo lungo giro per la galassia non mi cambierà nel profondo del mio animo, gentile e innocente, ma mi insegnerà almeno a sapere sempre dov'è il mio asciugamano.

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