Siate pronti a rendere ragione della speranza che è in voi

Cosa intendeva Carron con la sua nota è lampante, quando una figlia si coinvolge autonomamente in un viaggio lungo e stancante, prende acqua e vento e poi, fradicia, dice di essere felice. Perciò si doveva esserci.

Dalla famosa nota ufficiale di CL in merito alla partecipazione del 20 giugno alla manifestazione in difesa della famiglia:

“Il movimento in quanto tale ha deciso di non aderire all’iniziativa del 20 giugno, che – al di là delle buone intenzioni di tanti che vi parteciperanno − non sembra adeguata a favorire il necessario clima di incontro e di dialogo con chi la pensa diversamente.

Questo lascia evidentemente libero di partecipare chiunque lo ritenga opportuno, con l’invito a verificare fino in fondo, nell’esperienza, le ragioni ultime della sua adesione.”

E io? Perché ci sono andata? Quali sono le mie ragioni ultime?

Beh, è andata più o meno così: avevo una valanga di amici da incontrare e mi pareva un’occasione imperdibile quella di vederli radunati tutti insieme. Motivazione non nobile? Beh, insomma, non è proprio tanto vendibile, lo so. Ma onestamente questo è. Ero così eccitata ed emozionata il giorno prima, che saltellavo per casa come una lepre. Mia figlia quattordicenne mi guardava perplessa, sempre più incuriosita: evidentemente il mio entusiasmo la sorprendeva.

Ad un certo punto mi ha chiesto: “Mamma, per favore, spiegami bene cos’è questa manifestazione e perché è così importante che tu ci vada”. Allora io, soprassedendo sul vero motivo, mi sono lanciata in una filippica approfondita sulla deriva del gender, il DDL Fedeli, il DDL Scalfarotto, il DDL Cirinnà, l’utero in affitto, la sorte dei bambini che non conosceranno mai le loro origini, strappati dal seno della madre, comprati come al mercato, e poi la sessualizzazione della società, la perdita di valore dell’affettività a favore della genitalità, eccetera.

E mentre le parlavo, mi accendevo, mi riempivo di sdegno per le cose che stanno capitando e che le stavo descrivendo, vedevo nei suoi occhi giovani e spauriti un mondo di adolescenti in balìa delle menzogne, ingannati nella loro intimità da questo nuovo falso mito del sesso a tutti i costi, del diritto senza un dovere, del corpo senza un’anima.

Ad un certo punto mi sono diventati lucidi gli occhi, avrei voluto abbracciare tutti i bambini del mondo, soprattutto quelli senza un padre o una madre, ai quali la nuova cultura dominante sta dicendo che devono sentirsi fortunati e felici perché le famiglie omogenitoriali sono la frontiera del progresso e invece hanno una ferita lacerante nel cuore e non possono nemmeno piangere pubblicamente, non hanno diritto nemmeno alla comprensione e alla compassione degli altri, incastrati come sono nel nuovo mito.

Mia figlia mi ha ascoltata attenta, rapita, poi mi ha detto: “Allora vengo anche io”. Semplicemente.

Mi è stata accanto sul pullman, accanto sotto la pioggia, accanto nella piazza, accanto nella metro, accanto nella stanchezza e nella gioia.

Serena, solare, alla sera, abbandonata sul sedile del pullman, inzuppata e stanca, mi ha detto che una giornata così era meglio di un pomeriggio al mare e che anche qualche disagio in fondo serve a farti apprezzare di più le comodità quotidiane.

Allora quali sono le mie motivazioni ultime? Prima di tutto l’amore alla Verità, che al solo proclamarla ti accende il cuore e ti riempie di energia, e poi l’amore alla mia famiglia e ai mie figli, e il desiderio forte di insegnare loro quanto è bella la Verità rispetto alla menzogna, quanto è corroborante e gioiosa.

Esser riuscita a coinvolgere mia figlia senza averne l’intenzione è stato illuminante: se avremo nel nostro cuore l’entusiasmo e l’amore per la Verità, gli altri lo vedranno e non potranno fare a meno di chiederci la ragione ultima che ci anima.

Sì, ho capito cosa intendeva Carron: non è con gli slogan che cambieremo la società e proteggeremo i nostri figli, ma è credendo profondamente in ciò che difendiamo, giocandoci in prima persona in modo chiaro, aperto, disinteressato, anche partecipando a scomode manifestazioni lontani da casa: così diffonderemo il contagio dei buoni ideali. La manifestazione non è stata solo il mezzo con cui un popolo ha gridato la sua presenza, ma anche lo strumento di tanti singoli per mettere alla prova le proprie ragioni.

E adesso, da casa, nella mia via, nella mia scuola, perseverante e decisa, continuerò a rendere ragione della speranza che è in me a chiunque me lo chiederà. E se organizzeranno un’altra manifestazione, ci porterò anche gli altri figli.

Pubblicato su La Croce del 26 giugno 2015

Trillian Written by:

Trillian è una giovane donna e una brillante astrofisica che Arthur Dent non riesce ad "abbordare" ad un party in un appartamento ad Islington. Arthur era sufficientemente certo che si trattasse di una giovane donna, ma all'epoca era totalmente ignaro delle sue nozioni accademiche. Trillian da l'impressione di essere timida e titubante e le fa piacere che chi le sta intorno lo creda, ma in fondo ha un profondo desiderio di fare qualcosa che salvi la galassia.

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