Gaygle

Ho letto una e-mail che mi informava sulle ultime novità in fatto di ricerche su internet. Questo mio amico mi ha indicato con dovizia di particolari come, durante il mese di giugno, google si è conformato al sentiment gay friendly del web.

Non ho fatto fatica a crederci, visto come si era comportato il più grande motore di ricerca del mondo, con la festa della donna: ignorandone bellamente la caratteristica più preziosa, che è la capacità di crescere in grembo una vita umana.

Seguendo alcune istruzioni ho fatto ricerche con parole chiave specifiche del mondo gay, come appunto gay, lesbiche, lgbt, omosessuale ed altre. Il risultato è stato (oltre all’elenco dei risultati) l’apparire di una pagina di google personalizzata da un cuore a colori e tanti ometti arcobaleno che si tengono per mano.

Ho provato ad eseguire la ricerca per amorecuore, e al posto degli ometti ho trovato bianco html; allora ho cercato per famiglia e matrimonio ma niente neanche lì. Non ci sono altre personalizzazioni alle ricerche.

In gergo tecnico si chiamano Easter Egg ed è un comune metodo usato in informatica per rendere omaggio a qualcosa o a qualcuno. Anni fa potevamo trovare Easter Egg in tantissimi software, solitamente erano giochetti inseriti dagli sviluppatori per burlarsi degli utenti, per affrancarsi dal rigore delle applicazioni da ufficio o anche solo per autocelebrarsi e far vedere la loro capacità. Ricordo le prime che ho visto: erano della Microsoft, inserite in Word ed in Excel, o nei salvaschermi di Windows, ed erano virtuosismi. Salti acrobatici dell’informatica. Completamente fini a loro stesse.

Oggi diciamo che questo termine ha allargato il suo significato, fino ad estenderlo a quello di cui si parla in questo articolo, cioè alla personalizzazione di una applicazione, finalizzata alla celebrazione di qualcuno o qualcosa. Con la scusa che in giugno, un po’ in tutto il mondo, si solleva l’onda pride, google ha voluto rendere omaggio a questa particolare categoria di persone.

Diciamoci la verità, l’azienda di Mountain View è sempre stata piuttosto bizzarra nelle sue celebrazioni. I suoi doodle a volte appaiono inaspettati al 148esimo anniversario dalla nascita di Chi?! o alla 423esima edizione della festa della marmotta muschiata.

Che questa volta abbia ceduto al fascino lgbtqie* non mi stupisce affatto; ormai la travolgente onda, generata da questi piccoli gruppi, sommerge tutto, sovrasta tutto e, come uno tsunami, quando si ritira discopre i danni che ha generato.
Inutile negarlo, in Google Inc. hanno anche un nome. Gli ultra-omosessuali (per usare un parallelo con gli ultra-cattolici) che lavorano lì si sono raggruppati (ghettizzati?) e si fanno chiamare gayglers.
Il loro scopo è promuovere la cultura gay e insegnare a difendersi dal bullismo omofobico. Vista la considerazione con la quale sono tenuti in azienda è chiaro come mai per loro c’è questa particolare attenzione.

Per fare un parallelo è come se all’Ikea ci fosse l’associazione dei dipendenti appassionati della doccia (abbasso la vasca) e ad essi fosse assegnato controllo del reparto bagno. Probabilmente, nel tentativo di diffondere il proprio messaggio e combattere le morti per annegamento domestico accidentale, presto bagnoschiuma, sali e gli accessori per l’idromassaggio potrebbero sparire dagli scaffali.

Comunque poco male, anzi, oserei dire anche niente, di male, se non fosse per il messaggio, subliminale ma non troppo, che si associa a questa gioiosa grafichetta. L’arcobaleno innanzitutto rende tutto più carino, cattura l’attenzione, rallegra la pagina come a sottolineare che abbiamo effettuato una ricerca di qualcosa oggettivamente allegro, variopinto e piacevole. Si ha l’impressione di essere proiettati in un mondo spensierato, senza problemi come se stessimo parlando di persone che non sono afflitte dalle comuni problematiche che affliggono tutti su questa terra.

In secondo luogo, il cuore. È possibile che l’amore, l’affetto, la relazione e tutto quello che è rappresentato dalla stilizzazione di questo organo, siano appannaggio e segno distintivo esclusivo di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali? Sono loro i possessori della chiave dell’amore?

Ma ancora, vista da un’altra angolazione, queste persone sono solo amore, affetto, relazione con altri? Possibile che l’unica cosa che viene presentata al mondo da un gay, sia l’amore totale che sprizza da ogni suo poro?
Perché l’orientamento sessuale deve arrivare sempre immancabilmente a sovrascrivere l’uomo o la donna che sta oltre a questa qualità?
Non esistono per loro tutte le cose che esistono anche per gli altri? Lavoro, scuola, stanchezza, risultati, fallimenti, dolore, piacere, parenti, amici, nemici, sport …

In effetti sembra di no, guardando un filmaccio italiano l’altra sera in tv, un matrimonio da favola, ho visto come viene presentata l’eterosessualità e il matrimonio. Di cinque persone che si ritrovano dopo anni per il matrimonio (da favola) di uno di questi, l’unica che si presenta con un compagno è una infelice sessualmente repressa che non vede l’ora di liberarsi del fardello del marito. Gli altri tre sono: un gay (che in questo viaggio perderà il compagno), un fedifrago (che perderà moglie e amante) e un donnaiolo (che perderà la testa per la futura moglie “da favola”). Inutile dire che alla fine il matrimonio da favola non si terrà e che i cinque amici si ritrovano soli a giocare a pallone.

Troppo facile per me, che non sopporto il calcio, fare il parallelo fra quanto rimbecillisce il pallone e quanto Vanzina fa apparire rimbecilliti i protagonisti. Per questo mi limito a dire che non è giusto e non ne possiamo più di questa guerra di bugie, di falsità e di menzogne colorate ed edulcorate. Ci siamo stufati.

Il falso ideologico con il quale vengono dipinte le famiglie è la loro forza, pian piano emergerà la verità e le forzature passeranno come la moda dei pantaloni a zampa di elefante. Sono infatti ridicole allo stesso modo.

Arthur Dent Written by:

Sono un normale essere umano, un giovane che viene trascinato in giro per la galassia da un amico, rivelatosi un alieno in un momento quanto mai provvidenziale: infatti, pochi istanti prima che la Terra venga disintegrata per fare posto ad una superstrada spaziale, riesco a salvarmi facendomi dare un passaggio da un'astronave Vogon. Questo lungo giro per la galassia non mi cambierà nel profondo del mio animo, gentile e innocente, ma mi insegnerà almeno a sapere sempre dov'è il mio asciugamano.

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