Facebook for dummies

I social network come Facebook permettono di avere lo spazio per dire tutto quello che si pensa e se si è personaggi pubblici, quello che può succedere è che quello che si pensa possa essere utilizzato da qualcun’altro (come me) per lanciare il proprio messaggio.

Con un po’ di strumentalizzazione, un po’ di voglia di provocare e un po’ di fantasia è possibile prendere un messaggio innocuo e condivisibile, come quello della senatrice Cirinnà sulla decisione europea riguardo ai formaggi fatti con il latte in polvere, e trasformarlo in una piattaforma di lancio per una polemica senza fine.

Qui sotto potete vedere il primo scambio di battute tra me e il signor Marco Batelli. Il sig. Marco prende la mia provocazione e la definisce OT (Off Topic), cioè fuori tema e scherzosamente mi augura punizioni paradivine per la mia infrazione alla netiquette.
Io accetto lo scherzo, riconosco di essere fuori tema e chiudiamo con un paio di battute.


Convinto che la cosa fosse finita lì, accantono il post e mi dedico ad altro. Se non che il giorno dopo, un ameno account dal curioso cognome, si presenta e si palesa subito con un discorso pretenzioso, se non decisamente qalunquista, zeppo di luoghi comuni e bizzarri calcoli matematici …

Visto il livello intellettuale provo con la parola universalmente riconosciuta dai pedagogisti infantili come valida per chiudere un discorso con chi ha meno di 42 di Q.I.

Il sacro puffungà dovrebbe chiudere ogni diatriba, in un colpo solo fare punto, set e partita, ma anche girone, torneo e campionato, invece Togliatti insiste. Dopo aver offeso tutti dice di trovare difficoltà a confrontarsi con chi lo offende, spara a zero su chi è stato allattato al seno come se fosse il peggior demente della terra e vaneggia sul numero di tette delle lesbiche, che a parte ultimissime novità dal fronte mastoplastico, dovrebbero essere sempre 2 a testa.

Inoltre la sua odiosissima abitudine di modificare i commenti ai quali ha già avuto risposta, rende difficile seguire linearmente la discussione, ma tanto si capisce che è comunque incomprensibile nella sua personalissima logica.

Sperando di averlo acquietato, non zittito, e soddisfatto nelle sue richieste, dopo il vilipendio della religione con l’offesa alla Madonna, lo saluto.

La pace non dura molto perché una mia vecchia conoscenza si inserisce nella discussione, prende una foto pubblica dal mio diario e la commenta ipotizzando che io sia stato svezzato a sambuca (si la bottiglia è di Sambuca Molinari).

Inutile pensare di spiegare che quella è una foto costruita ad arte, con il cappello di mia figlia e un bottiglia a caso, con il solo scopo di creare qualcosa di simile al Teomondo Scrofalo di DriveIniana memoria (accennare al Bevitore di Cezanne mi pareva un offesa per Cezanne, ma anche per tutti i bevitori in genere convenuti in questa discussione). Inoltre con la signora ho un conto in sospeso quindi non mi posso neanche di lungare, la ignoro e vado avanti.

Finalmente arrivano persone capaci quantomeno di fare domande comprensibili. Sempre le stesse, alle quali sui post di Mario Adinolfi è stato risposto decine se non centinaia di volte, però quanto meno è uno schema sul quale la conversazione può considerarsi almeno civile.

Se non che, Togliatti, si inserisce di nuovo con le sue bischerate, magari pure convinto di essere simpatico, tanto da farmi decidere di non prenderlo direttamente in considerazione.

La questione ondeggia, siamo passati dall’allattamento all’utero in affitto. Tanto è lì che io volevo arrivare. In questo ambito si torna a parlare del ddl Cirinnà come dell’unico metodo per dare diritti a chi non ce li ha. Già. Peccato che non sia così banale, se questo ddl porta dentro di se un cancro che non vogliamo moltiplicare in metastasi nella nostra società. La Step Child Adoption (adozione del figlio del compagno/a) di fatto renderebbe legale portare in Italia, all’interno di una coppia il figlio eventualmente ottenuto all’estero con l’utero in affitto.

E’ qui che si scoprono le carte, vengo accusato di avercela con gli omosessuali, in particolare con le coppie di gay, che non avendo l’utero sono costretti (costretti?!) a trovare una signora tanto gentile che si fa impiantare l’ovino (kinder?!). Quindi siccome la legge è per loro allora sono omofobo. Scusate, ma a parte il fatto che fino a poco tempo fa, la Cirinnà diceva che l’utero in affitto non c’entra nulla (da poco sbugiardata ogni dove quando lo ha ammesso candidamente in tv), la questione è che io sono contro l’utero in affitto punto e basta. Anche per le coppie eterosessuali.

Togliatti e gli altri, sono convinti che le coppie uomo-donna che vanno all’estero, comprano un figlio (perché lo comprano, ci sono le tariffe) e tornano in Italia, lo facciano legalmente e per questo capisco il loro bisogno di regolamentare qualcosa che per alcuni sembra è permessa e per altri no.

Purtroppo non è così. Per la legge italiana, la madre del bambino è colei che lo partorisce, al di là di tutto quello che è scritto nelle carte e nei documenti, se una donna in evidente NON stato interessante, va 2 mesi in Ucraina o in Canada e torna con un figlio dichiarato proprio. O l’ha adottato, con tutto quello che comporta il percorso di adozione che deve partire dall’Italia, o l’ha fatto fare a qualcun’altra. Nel secondo caso, la cosa è illegale. Si profila il traffico di minori.

Questo non credo di essere riuscito a farlo passare. Il messaggio di verità. Il come stanno le cose da un punto di vista legale e giuridico, non è entrato nella testa dei miei interlocutori, che hanno costantemente e pervicacemente continuato ad offendermi e a dirmi che sbagliavo, nonostante abbia, con tutta evidenza, la legge dalla mia parte.

Ma leggete, non perdetevi queste perle:

Come avete visto, la legge per loro è quella dei fatti, dei giudici, delle sentenze; Quella decisa in parlamento non ha valore. Siccome i bambini ci sono già allora bisogna prevedere che ne siano permessi anche altri, siccome una causa non ha punito una famiglia (punendo di conseguenza anche il bambino condannandolo ad un doppio abbandono), allora la legge è che si può fare.

Soprassiedo sull’ignoranza assoluta della legislazione sull’adozione, ma li perdono, è dura comprenderla fino in fondo anche per me che di adozioni ne ho fatte due.

Sono ignoranti perfino sulla condizione famigliare dei loro beniamini, tipo Lo Giudice, e quando glielo fai notare minimizzano, dicono che cambia poco, che tanto sarebbe tutto uguale. E’ vero che sia Lo Gudice o il suo compagno ad aver fatto quello che hanno fatto, fa schifo lo stesso.

Vorrei inoltre sottolineare il continuo e protratto tentativo di infilarmi in bocca parole non dette e concetti neanche pensati. E’ un tipico metodo per frammentare la discussione non permettendo la conclusione di nessun punto di quelli che vengono esaminati, salvo poi contestare con bambineschi “non è vero”, “sei un bugiardo” quelli che vengono poi chiusi.

Andando avanti su questa falsa riga Togliatti insiste con la sua teoria bislacca che per le coppie etero italiane è normale e legale andare all’estero per usufruire di un utero in affitto.

Al di là di quello che altri hanno cercato di dire con me, esprimendo lo stesso concetto con diversi approcci, ho voluto concludere (e poi ho smesso di dare relazione al Togliatti che ha continuato istericamente a sbraitare da solo commentandosi in modo schizofrenico) riassumendo il mio pensiero che si basa sulla conoscenza della legge italiana, a partire dalla costituzione, del codice civile e si completa con l’esperienza personale di affido e adozione.

Sarebbe stato utile conoscere i curricula dei miei interlocutori, ma mi basta sapere di aver detto la verità, di averla ripetuta con calma e a volte prendendola pure sullo scherzo. Mi basta vedere che ogni giorno, altre notizie arrivano a darmi ragione, con sentenze contra legem che legittimano l’utero in affitto, di fatto svuotando completamente di significato tutto l’iter adottivo che dovrebbe essere seguito (in Italia e in tutti i paesi aderenti alla convenzione dell’Aja) per adottare un figlio partorito da un’altra donna.

Marvin Written by:

Marvin è un androide a bordo della nave spaziale Cuore d'Oro. Costruito dalla Società Cibernetica Sirio come un prototipo di robot CPV (Caratteristiche da Persona Vera), è costantemente depresso. La sua mente "è troppo vasta per essere riempita da qualsiasi occupazione" e passa il tempo a lamentarsi della vita irritando tutti i membri dell'equipaggio o costringendo al suicidio i computer delle navi spaziali. Memorabile "tagline": Ho il cervello grande come un pianeta e mi fanno unicamente raccogliere un pezzo di carta.

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