Archivio mensile:Novembre 2014

No comment

C’è chi ci vuole vedere ridere felici … e chi mi ha detto espressamente che voleva vedermi piangere (come quando incontrammo MaPi per la prima volta) … sempre di felicità, ovviamente.
Spero di dare soddisfazione a tutti, ma sopratutto spero che vu’ infradici lo schermo anche voi!

Aggiornamento : 
Grazie a tutti, anche se tutte le vostre visite mi hanno fatto esplodere il database e ingrippare il provider, tanto che ho dovuto spostare il video su youtube :) 
Grazie a Valdarnopost che ci da voce dagli States alla Palestina e grazie ad AltroHost per avermi avvisato subito dei problemi tecnici.

L’Incontro

Buongiorno!

So che ieri sera stuoli di navigatori aspettavano impazienti un nostro articolo… ma sapete com’è, la famiglia cresce e gli impegni si moltiplicano!

A parte gli scherzi, ieri è stata una giornata un po’ movimentata, ora cercherò di raccontare i momenti più salienti.

L’incontro con Samuèl è stato ovviamente emozionante, lui sapeva già i nostri nomi, sapeva che arrivavano babbo, mamma e sorella e quando abbracciando il suo babbo lo ha chiamato Filippo, il babbo si è sciolto in un bel pianto liberatorio.

Poi però sono sorte le prime difficoltà, l’orfanotrofio dove è alloggiato non ci può ospitare per l’inserimento per mancanza di spazio, quindi siamo subito usciti al parco lì vicino, ma il caldo, l’emozione, il sole e il vento ci hanno presto stancati, anche Samuèl era a disagio. Quindi il resto del tempo lo abbiamo passato a cercare un posto adatto dove stare bene e conoscersi a vicenda, ma non è stato facile.

Ovviamente il momento peggiore è stato quello dei saluti quando lo abbiamo dovuto lasciare all’orfanotrofio (stillicidio che vivremo ancora per 2 giorni, almeno); gli altri amici anche molto più grandi di lui, sapevano chi eravamo, ci guardavano con un misto di forzata indifferenza e profonda tristezza, quegli occhi che ti dicono: e me? Quando mi succederà? è quello il momento in cui ti si spacca il cuore, lasci tuo figlio che hai appena conosciuto e lasci tanti figli che non sai se conosceranno babbo e mamma… ogni altra parola è superflua perché il senso di colpa nei loro confronti ti fa solo venire voglia di piangere.

Oggi probabilmente sarà più semplice, ci hanno dato il permesso di venire a casa con il bambino e quindi dovremmo essere tutti più rilassati, anche se in casa non abbiamo acqua, o meglio abbiamo acqua razionata per dei lavori all’acquedotto fino a giovedì sera (questo perché il comune di Arequipa  ci voleva mettere a nostro agio e farci sentire a Terranuova!).

Bene, adesso vi siete meritati un po’ di foto:

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Emozioni vecchie e nuove

Siamo ad Arequipa, Maria Pilar già dorme, le nostre cose sono state sistemate in casa (abbiamo preso un appartamento in affitto che documenteremo con la luce del sole), adesso non ci resta che aspettare domani mattina, quando incontreremo Samuel.

Fino a questo momento mi era sembrato di non essere partita affatto, dopo tutte quelle ore di volo trovare un posto così familiare da sentirsi a casa, riconoscere i luoghi, gli incroci, i giardini, sapere in quale via andare per comprare una cosa, riconoscere la chiesa parrocchiale… tutto faceva pensare che il viaggio ancora non era iniziato. Le emozioni vissute in questi posti sono state talmente grandi da creare un legame unico, di quelli che si può avere solo con i luoghi speciali dell’infanzia.

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Stamani poi quando siamo stati al DGA (Direction General di Adopcion) per il colloquio con la psicologa e l’avvocato che seguono il caso, beh, che dire, è stata una chiacchierata semplice e tranquilla, come fossimo a Prato dall’ente (sì mi ricordo che vi siete trasferite!), che si è conclusa con i complimenti a Maria per la bellissima medaglia di SORELLA MAGGIORE che portava al collo e i complimenti alla nonna che l’aveva confezionata. Ovviamente dicendo semplice e tranquilla non intendo dire senza significato, ci hanno spiegato bene quali sono le peculiarità di Samuel e cosa ci dobbiamo aspettare per domani affinché anche noi siamo preparati all’incontro; qui ti vogliono vedere bene in faccio prima di affidarti un loro TESORO (che i loro figli sono tesori i peruviani te lo dicono subito all’aereoporto mentre fai l’immigrazione con dei poster formato gigante… quindi occhio.. trattali bene).

Adesso però comincia il pezzo di strada nuovo, tutto da scoprire, città sconosciuta, figlio sconosciuto, adesso comincia il batticuore non più solo per i ricordi intensi dello scorso viaggio ma anche per l’attesa e la trepidazione per domani.

Buona notte!

10 mila chilometri e sentirsi a casa

Come promesso, eccoci qua : a Lima … e su queste pagine  😉  .
Stamani mattina, prima delle 6, ora locale, siamo atterrati. Il viaggio è stato piuttosto confortevole, anche se inevitabilmente lungo.
Siamo arrivati pure con un’ora di anticipo in un sonnacchioso e deserto aeroporto che sembrava aspettare il nostro sbarco per svegliarsi.
La nostra referente ci ha raggiunti appena siamo usciti dalla dogana e, subito dopo aver comprato i biglietti per raggiungere (domani) Arequipa, abbiamo rivisto la città che ha dato i natali a MaPi.

20141109_075612Già ad una prima occhiata si nota che 5 anni, da un punto di vista atmosferico, non hanno sortito cambiamenti. La garua fa sempre da padrona mangiandosi ogni tipo di orizzonte, anche se poi, nella mattinata, il tempo è migliorato, offrendoci i panorami che conoscevamo.

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Ma non sono questi i luoghi che abbiamo avuto fretta di visitare : fin da poco prima di atterrare, l’alba che ha “inseguito” il nostro aereo ed ha illuminato il nostro atterraggio, dopo un viaggio completamente notturno, ci ha emozionato e commosso.
Abbiamo subito realizzato che avremmo avuto davanti una giornata intera per fare quattro passi in alcuni luoghi speciali. Così, dopo aver fatto una bella doccia in albergo, siamo scesi a contrattare passaggi con i tassisti per raggiungere parco Kennedy a Miraflores, il parco dove abbiamo passato tantissimo tempo con MaPi.

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E visto che è pure domenica, come possiamo rinunciare alla messa nella Chiesa di Nostra Signora dalle Mani di Forbice? (passatemi la battuta, conoscete la mia devozione alla Madonna, ma questa statua, non si può guardare …)

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Abbiamo pranzato in un ristorante sulla passeggiata di Miraflores dove avevamo mangiato anche con Eugenia nel 2009 e poi mi sono fatto affascinare di nuovo dai ragazzi del parapendio :

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Solo che stavolta, quello che non mi ha affascinato è stato il prezzo : 240 soles (80 dollari) per 10 minuti … quando non era legale e si contrattava ero riuscito a fare quasi mezz’ora con 30 dollari … vabbè.

E’ incredibile come ci siamo sentiti a casa così lontani da casa, come ogni angolo ci procurasse un ricordo vivido, un negozio, un palazzo, tutto è come era con MaPi. Ad ogni incrocio, tornando in albergo con un taxi (dopo aver tirato sul prezzo perché secondo il tassista il tratto era lungo, secondo me era breve) era possibile rammentare con Laura un episodio.
Ci sentiamo così a casa tanto che ad un certo punto del tragitto, per non allungare troppo la strada, mi sono permesso di dare indicazioni al tassista, che prima mi ha guardato come un alieno, colpito dal mio idioma tosco-ispanico, poi mi ha assecondato … ma forse solo perché anche in Perù, ai matti, dicono sempre di sì.

Adesso buona notte, qui sono solo le dieci, ma avendo ancora addosso il fuso nostrano, mi sento abbastanza a pezzi (visto che in Italia sono le 4 del mattino). Domani alle 8.30 saremo al dipartimento peruviano che si occupa delle adozioni (D.G.A.) e nel tardo pomeriggio decolleremo per Arequipa … cioè per un’altra città che ha tutti i titoli per diventare una nuova casa.

Videobriefing

Sarà tutto pronto? Pianificato? Preparato? Previsto? Entriamo in casa Fiani e sbirciamo un po’ … sembra che non tutti i desideri saranno soddisfatti …

Mettere le mani avanti

Prima di partire, ognuno di noi cerca di chiudere le questioni in sospeso … paghiamo le assicurazioni auto, le bollette, sistemiamo il riscaldamento per l’inverno e … scriviamo a Babbo Natale …

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… tanto l’indirizzo lo conosci … 😀

f.a.q.

Ok, dobbiamo tergiversare ancora per qualche giorno (volo confermato per sabato 8 novembre, ore 18:25 da Fiumicino), quindi permettetemi di fare della facile ironia sulle domande che più di frequente ci sono state rivolte in questo ultimo mese :

  1. Di che razza è?
    Umana.
  2. Ma è il vero fratello di Maria Pilar?
    SI : come noi siamo i loro veri genitori;
    NO : se state pensando ad un qualunque tipo di legame biologico. Queste meraviglie sono nate a circa 1200km di distanza tra di loro, da mamme diverse, al limite potremmo fare delle scommesse sui babbi … ma direi che le probabilità ci sono contro.
  3. Ma ci portate anche Maria? E la scuola?
    Si, ci portiamo anche Maria, il motivo ci sembra talmente ovvio che il pensiero di lasciarla a casa mentre noi conosciamo suo fratello (vedi domanda 1) non ci ha neanche sfiorato. Certo cercare di tenere il passo delle nostre solerti maestre non sarà impegno da poco, ma le mamme della classe II E sono forti e ci forniranno foto e scansioni dei quaderni, così da lavorare a distanza.
  4. Ma come fate a stare via cosi tanto tempo?
    Anche se l’adozione non va di moda (le istituzioni preferiscono sovvenzionare gli istituti e non è facile trovare giudici coraggiosi che decretino lo stato di abbandono dei bambini) abbiamo diritto a tutti i congedi di maternità come per quella naturale, quindi io sarò in maternità mentre Filippo userà ferie e permessi vari.
  5. Perché state via così a lungo? Ma non sapete quando tornate?
    Il viaggio è così lungo perché l’adozione si conclude in Perù, Samuèl arriverà in Italia già con il nostro cognome, come figlio nostro anche se ancora non sarà cittadino italiano. Non sappiamo la data esatta del rientro perché la fase in cui andiamo all’ambasciata italiana, per chiedere i visti di ingresso, ha dei tempi un po’… fumosi, non ci è dato sapere quanto tempo l’impiegato ministeriale medio impieghi a sbrigare la pratica, ma questo lo può capire chiunque sia stato almeno una volta in un ufficio pubblico!
  6. Chissà quanto di sarà costato!
    In effetti questa non è una domanda, perché chi lo dice pensa di sapere già la risposta… specialmente se l’interlocutore conosce qualcuno che ha adottato nell’est europeo (luogo inadatto ad affrontare questioni di trasparenza nei costi).
    Certo, il viaggio è costoso perché lungo e il Perù non è dietro l’angolo, poi si parte in 3 e si torna in 4, quindi qualche spesa c’è, ma il viaggio si può organizzare in tanti modi e si può cercare di “fare per bene”.
    La pratica di adozione internazionale invece costa in quanto ci sono dei professionisti che ci lavorano (assistente sociale, psicologa, avvocato, traduttore…) e che hanno diritto ad essere pagati e rimborsati per i bolli che mettono sopra tutte le carte che producono.
    Ancora una volta ci troviamo ad elogiare la nostra associazione per la serietà con cui dettagliano e documentano le spese, in modo che noi possiamo portarle in detrazione con la dichiarazione dei redditi. 
    Comunque a tutti coloro che hanno qualche sorta di preoccupazione per lo stato del nostro conto corrente, mio marito sarà ben felice di fornire il nostro codice IBAN.  Si accettano donazioni di qualunque entità!!!